Energia
Auto elettriche e futuro Green: ne parliamo con Roberto Bonauguro, formatore professionista di neo-conducenti e perito elettrotecnico
Auto elettriche e futuro Green: ne parliamo con Roberto Bonauguro, formatore professionista di neo-conducenti e perito elettrotecnico.
Roberto Bonauguro, titolare autoscuola Nuova Job Car s.a.s. di Monza.
Il nostro pianeta ce l'ha fatto capire forte e chiaro in due mesi di lock down durante il COVID-19: senza le emissioni tossiche causate dalle attività quotidiane dell’uomo, la Terra rinasce. Simple as that.
Nell’era post-industriale è necessario un cambiamento radicale: abbandonare i carburanti utilizzati fino ad oggi - benzina e diesel - sostituendo i motori termici con quelli elettrici, a zero emissioni e molto più durevoli nel tempo, che permettono persino di ricaricarsi durante la guida stessa (bisogna però sapere come sfruttarli al meglio).
Ma andiamo per gradi.
Di cosa stiamo parlando? e perché le auto elettriche sono diventate essenziali per il futuro?
«Le auto elettriche sono sostanzialmente macchine fornite di una batteria collegata al motore elettrico. Questo motore, a sua volta collegato ad un motore asincrono trifase M.A.T, trasforma l’energia da elettrica a meccanica di movimento.
Una caratteristica molto importante dei motori elettrici è l’elevatissima efficienza: hanno una percentuale di rendimento che varia tra l’89% e il 99% - ad oggi il cento per cento rappresenta una situazione solo teorica ed ipotetica.
Perché sono importanti per il futuro? Perché l’elettricità, oltre ad essere una risorsa illimitata che si può creare in diversi modi, è assolutamente sicura, facile da immagazzinare, da trasportare e da utilizzare, e cosa ancora più importante, è ad emissioni zero.
Negli ultimi decenni abbiamo capito che l'utilizzo dei combustibili fossili ha seriamente danneggiato il pianeta, e che l’era industriale è stata un po’ la “dittatura” del petrolio, la corsa al così detto “oro nero” - che però nel migliore dei casi dà una resa del 40%. Ormai le riserve naturali stanno terminando, quindi l’unica alternativa fattibile nell’immediato è l’energia elettrica.»
Ci sarebbe anche la soluzione dell’idrogeno come carburante?
«In realtà per l’idrogeno si apre un discorso un po’ diverso, dal momento che bisogna prelevarlo, ad esempio dal metano, ma non è possibile crearlo. Oltretutto, perché rimanga allo stato liquido è necessaria una temperatura di -253 gradi, e costa ancora troppo mantenerlo tale in sicurezza nei serbatoi delle macchine.
La cosa invece diventa fattibile sfruttando l’idrogeno allo stato gassoso, come già fanno Giappone e Corea del sud, che dal 2014 hanno deciso di prendere le distanze dagli idrocarburi verso una sostenibilità senza CO2. »
Come succede per ogni innovazione, appena compare sul mercato ne vengono prodotte mille versioni diverse per cercare di soddisfare chiunque. Quanti tipi di auto elettriche ci sono oggi?
«Oggi sul mercato sono presenti le auto Electric Vehicle, o EV per pigrizia, che si dividono in base alla componente elettrica: troviamo le BEV (Battery Electric Vehicle) che funzionano unicamente grazie al pacco batteria, e le PHEV e HEV - rispettivamente Plug-in Hybrid EV e Hybrid EV - che hanno sia motore termico che elettrico, e assicurano partenze ad emissioni zero. Naturalmente, le Plug-in sono fornite della presa di ricarica per il collegamento a fonti elettriche esterne.
Infine troviamo le MHEV (Mild Hybrid EV), che però - occhio al nome fuorviante - non sono realmente ibride. Al contrario: hanno motore termico e solo un piccolo aiuto dalla batteria che permette l’avviamento delle ruote, cosi il motore termico consuma meno. Ma di fatto le Mild Hybrid non hanno un motore elettrico.
A proposito di questo, a fine febbraio ho partecipato ad un corso di aggiornamento per formatori tenuto da Enzo Di Carlo e Rolando Negrello di DriveLab, e si è parlato anche di come una nota casa italiana abbia “sfruttato” il concetto di Mild Hybrid per fingere di ovviare al problema dell’area C e delle zone a basse emissioni.
In futuro avremo anche auto alimentate a celle di idrogeno F.C.E.V. (Fuel Cell Electric Vehicle), che producono corrente attraverso i processi di elettrolisi inversa - come la Toyota MIRAI.»
Come funzionano?
«La meccanica delle auto elettriche è molto semplice, si basa su tre componenti: il motore (che può essere anche più di uno), la batteria e l'unità di gestione della potenza, chiamata Inverter, che gestisce l'energia e trasforma la corrente elettrica da continua (DC) in alternata (AC), e viceversa.
L'inverter permette anche la famosa frenata rigenerativa, che è la particolarità fondamentale di questo tipo di auto. Cosa significa? Che il dispendio di energia è reversibile, e viene recuperata durante la frenata oppure lasciando semplicemente l’acceleratore quando vediamo un semaforo giallo o rosso da lontano. Questo perché il movimento di inerzia delle ruote fa si che il motore diventi a sua volta un generatore di alimentazione per le batterie.
Naturalmente uno stile di guida ottimale, nonché più sicuro - anche chiamato eco-guida, ne parliamo tra un secondo - aiuta molto ad ottimizzare questo processo.»
Ecco, la prossima domanda era proprio su come guidare al meglio queste macchine. Cosa cambia? Perché, ad esempio, io possiedo una macchina ibrida e guidandola il sistema mi dice - tramite un punteggio - che ho una frenata pessima, mentre partenza e percorrenza sono perfette.
«Qui la questione non è che non sai frenare, ma non sai (sappiamo) farlo nel modo “giusto” per quello che è lo stile di guida adatto ad un motore elettrico. Sulle macchine termiche si sta più attenti a consumare i freni il meno possibile, no? Ecco, la frenata in un sistema ibrido ed elettrico ha, come abbiamo detto, la seconda funzione della ricarica, quindi diventa addirittura necessario frenare poco alla volta e per più tempo.
Mi rendo conto che oggi, ancora, non è praticabile una guida così ecologica, nonostante sia a tutti gli effetti anche uno stile di guida molto più sicuro; questo perché ci sono ancora tantissime auto a motore termico in circolazione. Quando tra qualche anno ci saranno solo auto elettriche, tutti adopereranno lo stesso tipo di guida.»
Tu sei un formatore professionista, insegnante ed istruttore: qual è il vostro ruolo in questa fase di cambiamento ed evoluzione?
«Il nostro ruolo in realtà è sempre lo stesso, ciò che cambia è il funzionamento dei nuovi veicoli, che sono più semplici, più tecnologici e più intelligenti.
Più semplici perché frizione e marce scompaiono. Il nuovo cambio presenta quattro impostazioni, ossia: P per Parking, R per Reverse, D per Drive ed N per Neutral - la vecchia “folle” per intenderci.
Noi formatori, quindi, ora insegniamo a governare nel traffico moderno un veicolo che è quasi autonomo, sempre focalizzati sul trasmettere una guida che sia più sicura ed ecologica possibile, grazie a tutti i sistemi di risparmio integrati. Per questo è necessario rimanere continuamente aggiornati. Personalmente, trovo che anche la rivista Top Gear sia una delle migliori in merito, io la leggo da anni ormai: è una vera miniera d’oro per formatori e appassionati di motori come me.
E' altrettanto importante per le autoscuole ormai avere un parco veicolare che comprenda almeno una macchina ibrida o elettrica, così da poter insegnare tutte queste novità ai futuri conducenti.
Del resto, è assolutamente normale ricevere le “istruzioni d’uso” della macchina che si sta guidando.»
Qual è la situazione in Italia, in Europa e nel resto del mondo?
«La situazione italiana è abbastanza buona: per quanto riguarda la produzione di energia siamo ben attrezzati con l’eolico e il fotovoltaico - anche se effettivamente di pale in funzione potrebbero essercene di più, ma costerebbe troppo mantenerle tutte - e ci sono molte colonnine di ricarica sulle nostre strade. Certo, numeri alla mano, l’infrastruttura risulta carente facendo il confronto con altri paesi europei, e forse inadeguata per incentivare l’acquisto di auto elettriche. Ma il rapporto auto plug-in in circolazione/colonnine di ricarica presenti sul territorio oggi è soddisfacente.
Anche in Europa direi niente male, nonostante vengano mantenuti dei combustibili fossili come carburante di “riserva”. Oltretutto, è di qualche settimana fa la notizia che la Germania ha raggiunto un accordo per continuare a vendere auto con e-fuel dopo il 2035, anno proposto dalla stessa come limite per lo stop alla vendita di auto a motore termico. Che la Germania abbia prima fatto tale proposta e successivamente “ritrattato” è dovuto dal fatto che si è resa conto che non tutti i paesi sono realmente pronti a questa rivoluzione.
In oriente invece sono molto più avanti del resto del mondo: in Corea del Sud e in Giappone, come abbiamo detto, stanno già adoperando l’idrogeno, mentre i paesi scandinavi hanno già introdotto la tecnologia dell’elettrico nell’industria navale; Tesla, in America, sta progettando mezzi di trasporto pesanti per merci o persone, e naturalmente ha disposto innumerevoli punti di ricarica in giro per il paese.
Il business del futuro sarà vendere energia, e alcuni lo hanno già capito.»
Di Barbara Conforti