“Una Storia Gotica”, un ottimo libro horror e distopico dalle cupe atmosfere vittoriane

Una opera che, in una autrice diciottenne, ha rivelato un eccezionale e innato talento. “Una Storia Gotica”, edito da Mauna Loa Edizioni, è l’esordio letterario di Chiara Galiffa: un romanzo dalle cupe atmosfere vittoriane che, annodando la trama in una località dagli abitanti e dalle ambientazioni insolite, svela come l’odio per il diverso sia sempre pronto ad esplodere, nelle forme più inaudite.
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Ascoli Piceno, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

La paura della diversità e della alterità, in Una Storia Gotica, assurge a giustificazione per un folle sentimento di giustizia. Meredith Stevens, giovane aristocratica londinese, fugge dal materialismo e dalle proprie radici aristocratiche, mentre George, il domestico, premedita di punirla per la sua scelta di non adeguarsi agli schemi. Ne consegue un contrasto apparentemente insanabile: mentre lei trova l’equilibrio nel delirio, lui trova il delirio nell’equilibrio. Non resta che chiedersi: chi dei due è il dannato? Chiara Galiffa  ha vinto con questa opera il Concorso Letterario Opera Prima.

Chiediamo a Chiara cosa abbia significato per lei scrivere questo libro. “Si è rivelata una importante opportunità di introspezione. Il sapersi dedicare momenti di intima riflessione, nel rapido scandire del tempo odierno, è un'abilità che troppo spesso viene trascurata, in virtù di una frenesia che lascia poco spazio alla connessione con i propri pensieri. Scrivere, al contrario, mi ha avvicinata al piacere del dialogo con me stessa, alla costanza nell'elaborazione strutturata delle mie idee ed al diletto della scrittura creativa. Scrivere Una Storia Gotica ha stimolato la mia immaginazione, invogliandomi, al contempo, ad entrare in contatto con la più profonda ispirazione cui fossi in grado di appellarmi”.

Una domanda d’obbligo è anche quale sia stata la sua fonte di ispirazione. Risponde Chiara Galiffa: “La scelta dei temi trattati nel romanzo deriva da interessi personali, quali, in primis, la passione per le atmosfere cupe, per gli ambienti ottocenteschi e per il soprannaturale. A ciò si è aggiunto il desiderio di creare una storia che potesse rappresentare la mia attuale visione del reale, in cui la condanna della paura nei confronti dell'alterità si combina alla mancanza di una definita distinzione tra bene e male”.

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