Governo Meloni al soldo delle lobby della caccia
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Se l’intenzione del Governo è quella di sostenere l’industria delle armi pensasse a potenziare l’arma dei Carabinieri per la Tutela Forestale piuttosto che favorire i cacciatori- commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale del partito politico Rea- per cui si potrebbero creare numerosi posti di lavoro, investendo nella prevenzione, nel monitoraggio e nei controlli per la tutela della fauna e della flora ma anche nel settore del turismo naturalistico.
Il Senatore Bartolomeo Amidei ha abbastanza lucrato sulla pelle dei cittadini italiani da quando è entrato in politica. Soldi buttati da oltre vent'anni per servire le lobby e gli interessi dei privati. La falsità della première Giorgia Meloni sul tema dell'inasprimento delle leggi per maltrattamento e uccisione degli animali e il teatrino estivo di Matteo Salvini nei canili di Roma sono state una messa in scena per arrivare al Disegno di Legge n.779 che apporta modifiche alla Legge sulla caccia (157/92) presentato da Amidei.
Pensavamo di averle viste tutte dopo il Decreto ASSET che ha costituito l’apertura di una procedura d’infrazione europea che ricadrà sui contribuenti, per cui ringraziamo il Ministro Francesco Lollobrigida che ha violato le leggi in materia di tutela dell’ambiente, avallando l’uso del piombo delle munizioni in particolari zone, dette “zone umide” (fiumi, laghi, torbiere), per favorire le attività venatorie arrivando addirittura a limitare o in alcuni casi ad ignorare il parere scientifico dell’Ispra prima dell’adozione dei calendari venatori.
Con il decreto Amidei- prosegue Caramanica- si prospetta uno scenario di guerra e di stragi non solo di animali selvatici ma anche di umani, pensando ai necrologi degli incidenti di caccia. Tra commi abrogati e il porto d’armi ai sedicenni, si arriva all’accentramento dei poteri rimettendo il parere dell’Ispra alla Presidenza dei Ministri. Questo non è nulla se si pensa al prolungamento della stagione venatoria fino alla legittimazione della cattura di richiami vivi di qualsiasi specie, parlando di veri e propri “impianti di cattura”, spalancando le porte al bracconaggio e alle attività illegali come emerso dal caso del consigliere in Lombardia, denunciato per contraffazione dei sigilli dei richiami vivi.
E’ davvero imbarazzante la mentalità retrograda di chi ci governa con la superficialità di quando si termina un pranzo a “tarallucci e vino”. Altroché Europa- conclude Caramanica. Una classe politica di bassa leva che mette a rischio l’ecosistema e la biodiversità, patrimonio indisponibile del nostro paese. Vale la pena ricordare che solo una media del 15% del nostro territorio è a protezione della fauna selvatica, come evidenziato nello stesso decreto. Una percentuale irrisoria se si pensa che si tratta di aree naturali protette di elevata importanza per la biodiversità e che oggigiorno sono la vera risorsa per le future generazioni, minacciate dal clientelismo politico, dalla cementificazione e dai cacciatori ai quali si consente l’ingresso in questo aree.
Investire in tutela dell’ambiente, nella ricerca e nella sensibilizzazione sulla tutela e difesa dell’ambiente e degli animali, questo è il futuro nelle scuole e non nell’educazione alle relazioni che servirà solo a generare una classe di adulti amebe.
Fonte: Disegno Legge 779; LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157_Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
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