Boom per il mercato globale della carbon neutrality: ricavi raddoppiati a 20 miliardi entro il 2031
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“La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge sè stessa”: con queste parole Franklin Delano Roosevelt esprimeva un concetto mai così attuale. Si tratta del benessere ambientale, sempre più messo a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico e, nello specifico, dalle emissioni di carbonio. A questo proposito, The Guardian lancia un vero e proprio “carbon emissions alert”, secondo il quale, in occasione dell’anno corrente, il più caldo mai registrato, le stesse emissioni hanno giocato un ruolo estremamente importante. Infatti, al fine di evitare scenari ancora più aridi e preoccupanti, risulterebbe fondamentale azzerare le “carbon emission” entro il 2034. Vista la situazione, le principali potenze globali cercano di correre ai ripari con misure all’avanguardia e investimenti mirati. Le prime conferme in merito giungono da GlobeNewswire, secondo cui il mercato globale della carbon neutrality, alimentato dagli investimenti e dai progetti sostenibili delle imprese, ha raggiunto quota 10 miliardi di ricavi nel 2022 e raddoppierà il proprio fatturato, arrivando a 20 miliardi entro il 2031 con una crescita media annuale composta pari all’8%. Entrando più nel dettaglio, negli USA il Dipartimento dell’Energia, stando a quanto indicato da ESG News, ha investito oltre 23 milioni di dollari al fine di ridurre le emissioni dell’intero continente nel più breve tempo possibile. Il Regno Unito, secondo Sustainaible Future News, ha stanziato ben 80 milioni di sterline a favore delle aziende del territorio per spingerle ad abbandonare i costosi combustibili fossili a favore di alternative più pulite. E in Italia? Ben 6 aziende su 10 (59%) hanno un comitato ESG e puntano ad accrescere i propri investimenti green oriented.
Sempre dagli esperti di KONE giungono indicazioni e consigli più precisi, utili a ridurre le emissioni di carbonio e salvaguardare così il pianeta. In primis, risulta necessario misurare l’impronta di carbonio dell’azienda di appartenenza al fine di individuare punti di forza e di debolezza e strutturare una strategia ad hoc. In secondo luogo, si consiglia di utilizzare solo ed esclusivamente energia rinnovabile e di iniziare il processo di decarbonizzazione dei siti produttivi. E ancora, c’è anche la regola delle tre R, ovvero ridurre, riutilizzare e riciclare. Per concludere, risulta estremamente importante anche scegliere fornitori sostenibili, sfruttare l’intelligenza artificiale per ottimizzare l’operatività e adeguare le proprie strutture per inquinare sempre meno.
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