Gen Z e nonni, un rapporto che si complica? Lo studio americano dice di sì
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Una telefonata ai nonni da parte dei nipoti è un gesto semplice, ma che può riempire di gioia gli anziani. Purtroppo, però, sembra che i giovani facciano sempre più fatica a relazionarsi coi loro nonni. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Carewell e pubblicato da Fortune.com che è andato a chiedere agli statunitensi come vivono il proprio rapporto con i nonni. Le risposte hanno mostrato una forte differenza tra generazioni. Nel complesso quasi un terzo (32%) afferma di avere una relazione molto stretta o forte con i propri nonni, ma scendendo nel dettaglio generazionale si scopre che solo il 18% della Generazione Z afferma di avere una relazione forte con i nonni rispetto al 32% dei Millennial e al 41% della Generazione X. Quasi la metà, il 45%, degli intervistati totali, chiama i nonni settimanalmente, il 30% li chiama mensilmente, il 7% li chiama annualmente e l'11% non li chiama mai. Alla base di tutto, e per tutte le generazioni, sembra esserci la mancanza di tempo, il 57% degli intervistati dichiara di non avere abbastanza tempo libero per chiamare i nonni mentre il 45% dà la colpa agli orari che non combaciano.
“I genitori possono fare molto per aiutare i nonni a passare del tempo e a rimanere in contatto coi nipoti anche quando questi ultimi diventano più grandi – spiega Vittorio Vaccaro, attore e autore del libro “La cucina è il teatro della vita”, da sempre vicino ai temi che riguardano la famiglia – I nonni sono una fonte di supporto emotivo, consigli saggi e nuove esperienze per i nipoti che a loro volta possono aiutare i nonni a sentirsi utili e apprezzati”.
Il sondaggio ha rilevato che il modo più comune in cui le persone rimangono in contatto con i nonni è tramite chiamate, seguite da visite di persona, messaggi di testo e poi videochiamate. Sotto quest’aspetto la Gen Z è quella più propensa ad utilizzare la tecnologia per rimanere in contatto coi nonni e in molti casi sono proprio loro a spiegare ai nonni come utilizzare dispositivi come smartphone e tablet per mandare messaggi ed effettuare videochiamate. Quello della tecnologia è un mondo che i cosiddetti “Baby Boomers” (nati tra il 1946 e il 1964) hanno iniziato a conoscere ancora meglio durante la pandemia: secondo un report di GWI in quel periodo sono aumentati i possessori di smartphone, smart TV e stick per lo streaming e, secondo Norton, hanno migliorato le loro competenze e conoscenze digitali durante la pandemia, con il 36% di loro che afferma di sentirsi sicuro nell'uso delle nuove tecnologie.
“Ci sono casi in cui i nonni sono lontani e la tecnologia è indispensabili per mantenere i rapporti – prosegue Vittorio Vaccaro – Quando, invece, i nonni sono vicini non bisogna commettere l’errore di considerarli dei baby-sitter a cui affidare i figli quando abbiamo altri impegni. I nonni sono figure affettive fondamentali nella vita dei bambini e dei ragazzi per questo favorire i momenti insieme può portare benefici all'intera famiglia”.
Ecco allora i 5 consigli di Vittorio Vaccaro per aiutare nonni e nipoti a continuare ad avere un rapporto stretto e continuo:
- Dare l’esempio: se un papà è il primo a dimenticarsi dei propri genitori non potrà stupirsi se i suoi figli non cercheranno i nonni. Per questo sono i genitori i primi a dover dare l’esempio.
- Coinvolgere i nonni in attività di famiglia: a volte si tende a far visita ai nonni solo durante festività o compleanni. Stare con loro anche in momenti meno ordinari aiuta a rinforzare i rapporti.
- Favorire il dialogo: i nonni possono raccontare ai nipoti vicende della loro vita, tramandando così la storia e le tradizioni familiari.
- Educare al rispetto: insegnare ai bambini a rispettare e apprezzare i nonni, spiegando l'importanza della loro esperienza e saggezza, è fondamentale.
- Sfruttare la tecnologia: la distanza non deve essere un ostacolo insormontabile. Spesso i nonni sono lontani ma bastano una o due videochiamate alla settimana per vivere la sensazione di averli vicino.