Polo centralizzato ASST Valtellina: ANAAO-ASSOMED Lombardia chiede dietrofront a Moratti e Pavesi
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Secondo l’opinione di ANAAO-ASSOMED Lombardia, il più rappresentativo dei sindacati della dirigenza sanitaria pubblica, ciò significa che il lavoro che aveva portato a centralizzare su un unico presidio le specialità necessarie alla creazione di un polo completo, capace di dare risposte adeguate ai bisogni urgenti di tutti i valtellinesi, è stato inutile, se non addirittura dannoso.
A questo, va aggiunto il presumibile spreco di risorse pubbliche per investimenti fatti dopo una decisione presa solo due anni fa: ora si ritiene corretto bilanciare le discipline tra più presidi, in un'ottica tipicamente da lottizzazione elettorale. Secondo il sindacato, vengono così calpestate le più semplici direttive medico-scientifiche “per accontentare qualche sindaco in più”, con buona pace di chi, poi, deve assicurare ai cittadini il diritto alla salute garantito dalla Costituzione Italiana.
“Non è con l'ospedale di campanile che si garantisce il presidio del territorio. – commenta Michele Piavanini, Segretario aziendale di ANAAO-ASSOMED ASST Valtellina – La sicurezza delle cure, pre-requisito di ogni scelta, si basa su ben altri parametri: servizi ambulatoriali, diagnostica di laboratorio e indagini radiologiche, endoscopiche o altro, non sono necessariamente da considerare operanti dentro ospedali per acuti”.
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D’altra parte poi, i pazienti che necessitano di cure con urgenza, devono sapere che negli anni ‘20 del XXI secolo gli ospedali che hanno le sicurezze e competenze migliori devono avere volumi adeguati.
"In altre parole noi, – prosegue Stefano Magnone, Segretario Regionale di ANAAO Lombardia – come medici e dirigenti sanitari ANAAO-ASSOMED vogliamo denunciare pubblicamente l'errore politico insito nel ritornare alla situazione precedente. Non si baratta la sicurezza delle cure con il beneplacito di qualche sindaco o di qualche consigliere regionale o parlamentare. La sicurezza delle cure è garantita dai soli operatori sanitari i quali stanno denunciando che, con le scelte prospettate dalla politica, la stessa non sarà più assicurabile ai cittadini. Non ci assumiamo responsabilità politiche perché non ne abbiamo: siamo professionisti della salute e vogliamo lavorare in sicurezza per i nostri utenti/pazienti/cittadini. Il sindacato non è stato consultato su queste decisioni, pertanto inizia una lunga vertenza a tutela dei cittadini e dei nostri colleghi”.