Le Acli di Arezzo piangono la scomparsa di Domenico Rosati
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Le Acli di Arezzo piangono la scomparsa di Domenico Rosati, storico presidente nazionale e senatore per la Dc eletto nel collegio di Arezzo. Lavoro e democrazia sono state due tematiche alla base di un impegno civile e sociale che ha trovato espressione soprattutto nel decennio alla guida dell’associazione tra il 1976 e il 1987 quando giocò un ruolo decisivo per strutturare solidi rapporti con le istituzioni politiche ed ecclesiastiche. Una parallela attenzione è stata orientata verso l’urgenza di costruire la pace attraverso le relazioni diplomatiche e l’affermazione dei principi di giustizia sociale, andando a promuovere una marcia da Palermo a Ginevra contro la politica del riarmo atomico.
Terminato il mandato da presidente nazionale aclista, Rosati fu senatore della decima legislatura tra il 1987 e il 1992 quando fu eletto come candidato indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana nel collegio di Arezzo. L’elezione fu anticipata da una campagna elettorale particolarmente attiva e dinamica dove rivolse attenzioni ai bisogni e alle esigenze del territorio aretino, condividendo il percorso di questa esperienza con Giuseppe Giorgi (all’epoca presidente provinciale delle Acli) e con il resto dell’associazione diffusa sul territorio. «Le Acli aretine sono in lutto - ribadisce Giorgi, - per la scomparsa di un uomo che, con la propria vita, ha testimoniato concretamente cosa significa essere aclisti nel rispetto delle tre fedeltà dell’associazione: la fedeltà ai lavoratori, la fedeltà alla Chiesa e la fedeltà alla democrazia».