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Sa.Spo. Cagliari: senza piscine si va avanti lo stesso

Da inguaribile ottimista anche Katia guarda avanti con il sorriso: “Ci auguriamo che questo virus si trasformi al più presto in un brutto ricordo, e che ci consenta di riconquistare le nostre vecchie abitudini. Non vediamo l’ora di poterci riconfrontare senza timori sui campi di gioco con i nostri amici di tutta Italia”!
Cagliari, (informazione.it - comunicati stampa - sport)

Stati d’animo comprensibilmente angustiati da parte dei nuotatori tesserati con la prima società paralimpica della Sardegna che purtroppo non possono usufruire delle piscine e poter riprendere la preparazione in vista dei prossimi appuntamenti agonistici.

Il presidente del sodalizio cagliaritano Luciano Lisci chiede a tutti di pazientare perché c’è un virus che circola e bisogna andare cauti attendendo tempi migliori.

Tra i nuotatori FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) della Sa. Spo. Cagliari si è espressa la pluricampionessa Francesca Secci che fa il possibile per mantenersi in forma.

“La chiusura delle piscine e delle palestre mi ha molto preoccupato – dichiara - sia per tutte le persone che lavorano nel campo, sia perché l'attività motoria, a mio avviso, è la prima arma contro il virus, d’altronde la maggior parte delle complicazioni coinvolgono persone con diabete e/o obesità. Certo, si può fare attività all'aperto, ma non tutti possono concedersi una corsetta, soprattutto le persone con disabilità, che hanno estremo bisogno di fare attività motoria per mantenere la propria funzionalità residua”.

L’insegnante selargina resiste per non farsi sopraffare dalla malinconia. “Sono fortunata perché non soffro il freddo – continua Francesca - e nuoto in mare attrezzata di maglia in neoprene. Riesco ad immergermi appena due giorni alla settimana (venerdì e domenica) a causa degli impegni scolastici; di pomeriggio, con le giornate che si sono accorciate, non è possibile andare al mare dopo il lavoro”.

La problematica sollevata dalla super titolata nuotatrice non si riduce ad una questione di performance legata alle gare: “La FINP Sardegna sta preparando il calendario – prosegue - ma sto pensando esclusivamente alla buona salute. Nuotare aiuta a mitigare i dolori alla schiena e alle gambe dovuti sia alla disabilità, sia alla costante posizione seduta, visto che la didattica si svolge a distanza e rimango tantissime ore seduta davanti al pc”.

Francesca solleva lo sguardo e contempla un orizzonte ancora pregno di incognite: “Spero che non ci impediscano di spostarci dal comune di residenza (a Selargius non c'è il mare); ovviamente sto tenendo tutte le precauzioni del caso e a novembre gli arenili non sono sicuramente affollati. Mi auguro che riaprano presto piscine e palestre, oltre che la scuola, in quanto la didattica a distanza si sta confermando difficile come nel precedente anno scolastico. Insomma, me la sto cavando nonostante tutto, ma spero che questo incubo finisca il prima possibile”.

 

NUOTATORI FISDIR: VOGLIA IRREFRENABILE DI RIPRESA

 

L’emergenza Covid e il lockdown hanno messo a dura prova le vite dei nuotatori intellettivi – relazionali che militano nella società cagliaritana. La loro allenatrice Katia Pilia soffre con loro e racconta gli stati d’animo di questi ultimi otto mesi: “Abbiamo trascorso un periodo difficile – dice – con l’impossibilità di spostarci e vivere una quotidianità normale. Sono venuti meno tantissimi punti fermi della nostra vita; al momento della chiusura, lo scorso marzo, eravamo pronti a valutare i primi riscontri sportivi dopo mesi di allenamenti. E come sempre ci sarebbero serviti per affinare le sedute tecniche in propensione campionati regionali e nazionali”.

Purtroppo, come capitato a tutti gli atleti italiani, gli obiettivi da perseguire sono rimasti sulla carta e la disperazione ha preso il sopravvento. “I nostri ragazzi hanno risentito di questa chiusura – continua l’allenatrice sansperatina - e ci auguriamo che al più presto questo virus venga sconfitto per poter riprendere la nostra vita, sportiva e soprattutto quotidiana, fatta di abbracci e strette di mano”.

Ma anche Katia, da buona insegnante di sostegno, trova sempre mille risorse per non far precipitare gli umori: “Mai perdersi d’animo e da veri sportivi, quando la società ce l’ha concesso, abbiamo fatto ripartire tutte le discipline possibili, con il rigido rispetto di tutti i protocolli, spesso con una condotta ancor più coscienziosa. Fare sport in sicurezza è stato dunque possibile, specie in alcune discipline individuali come atletica e boccia, con le quali abbiamo proseguito gli allenamenti attenendoci alle linee guida del ministero”.

E anche l’assenza del cloro è stata supplita egregiamente: “Alcuni ragazzi che praticavano nuoto si sono dati all'atletica leggera – spiega Katia – e nonostante tutto il divertimento ben si concilia con l’allenamento. I ragazzi danno il massimo rispettando tutte le regole per evitare contagi. Il poter stare insieme ci ripaga dei sacrifici approntati”.

Da inguaribile ottimista anche Katia guarda avanti con il sorriso: “Ci auguriamo che questo virus si trasformi al più presto in un brutto ricordo, e che ci consenta di riconquistare le nostre vecchie abitudini. Non vediamo l’ora di poterci riconfrontare senza timori sui campi di gioco con i nostri amici di tutta Italia”!

 

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