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Arte e Cultura

Misagh Joolaee, kamancheh e Sebastian Flaig, percussioni al Festival Dolomites 2023 di Dobbiaco/Toblach

"Qanāt", ricerca dell'acqua: metafora per la ricerca della libertà e della pace.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Gustav Mahle- Hall, Dobbiaco/Toblach, Festival Dolomites 2023.

Misagh Joolaee kamancheh
Sebastian Flaig percussioni
"Qanāt"
Musica dalla Persia/ Musik aus Persien.

Direttori Artistici Josef Felchter e Christoph Bosch.

Organizzazione: Centro Culturale Euregio Gustav Mahler Dobbiaco Dolomiti.

Musica etnica persiana rivisitata al Festival Dolomites di Dobbiaco, con Misagh Joolaee, uno dei principali e più innovativi interpreti di Kamancheh, esule iraniano e residente a Berlino, vero e proprio maestro del tradizionale violino persiano e Sebastian Flaig, grande interprete alle percussioni .

Il kamancheh è uno strumento cordofono iraniano, che rimada a strumenti antichi, come il "rebab" storico antenato del kamancheh, ma anche alla lira bizantina, antenata della famiglia dei violini Le quattro corde (tre in origine, di seta) vengono suonate con una tensione variabile dell'archetto.

L'arte di creare e suonare il Kamantcheh/Kamancha è stata inserita tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO.

Durante l'incontro/ intervista con Misagh e Sebastian abbbiamo chiesto ai due artisti quanto questo strumento rappresenti nella storia del popolo iraniano e nella promozione, oggi, della sua identità culturale.

La risposta di Misagh Joolaee:

"Lo strumento è proprio dell'Iran, della sua millenaria storia e della sua cultura popolare, per diventare poi una fonte importante per tutto il mondo. Certo è mutato (da tre corde di seta alle attuali quattro corde, e ha dato origine ad una vera e propria 'famiglia' di strumenti, a cominciare dalla viola da gamba".

Per quanto riguarda invece ora la promozione della identità culturale persiana, dopo la rivoluzione del 1978 e con l'istituzione della repubblica islamica, si + persa quella eredità e quella identità culturale nazionale, mantenuta ora solo a livello privato e con grandi ostacolo posti dal potere dominante".

Alla seconda domanda relativa al signiificato più profondo della musica gli artisti hanno sottolineato:

"Questa musica e questi strumenti, così come la scelta dei brani sono sicuramente un forte stimolo ed un indirizzo alla meditazione e al coinvolgimento spirituale. Si deve però ricordare che ora, con l'attuale regime al potere, tutto è lasciato al solo interesse individuale"

Infine, per quanto riguarda il tema del concerto "Qanāt", titolo anche del terzo album della coppia, nuovamente nominato per il Preis der Deutschen Schallplattenkritik in Germania, la risposta di Sebastian Flaig::

" Qanat è un sistema di trasporto idrico usato per fornire una fonte affidabile d'approvvigionamento di acqua per insediamenti umani e per l'irrigazione in ambienti caldi e aridi (per questo in uso anche a Palermo, ndr). La parola Qanat si riferisce ad antiche strutture utilizzate per estrarre acqua dolce da sorgenti sotterranee nelle aree desertiche dell'Iran. Fu scavato nel terreno desertico finché non si incontrò l'acqua. I villaggi circostanti del deserto furono quindi riforniti di acqua".

Un racconto suggestivo, denso di carica umana e spirituale, quello degli artisti sul palco della Gustav Mahler-Hall di Dobbiaco per un Festival che, con questa esperienza musicale ha aperto una finestra importante sulla cultura iraniana.

"Qanat", ricerca dell'acqua: metafora per la ricerca della libertà e della pace.



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Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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