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Ultimo libro di Camilla Scala a Cava de' TIrreni

Un po’ “L’amica geniale”, un po’ “Napoli Milionaria”. Il ritratto neorealistico di Vico Fissale – La ricerca pubblicato da 1886 Publishing, opera prima, ma rieditata di Camilla Scala, attrice e regista, all’esordio in veste di autrice, è la narrazione di un periodo di vita che accomuna tutti coloro che hanno vissuto un periodo, quello precedente al grande boom, in mezzo alle crisi economiche e sociali, dove si cerca una via salvifica, e a volte il fato sembra infierire.
Cava de' Tirreni, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

Un po’ “L’amica geniale”, un po’ “Napoli Milionaria”. Il ritratto neorealistico di Vico Fissale – La ricerca pubblicato da 1886 Publishing, opera prima, ma rieditata di Camilla Scala, attrice e regista, all’esordio in veste di autrice, è la narrazione di un periodo di vita che accomuna tutti coloro che hanno vissuto un periodo, quello precedente al grande boom, in mezzo alle crisi economiche e sociali, dove si cerca una via salvifica, e a volte il fato sembra infierire. Drammi familiari, scelte obbligate, l’incombente povertà. Il libro verrà presentato il 18 luglio alle ore 19 al Social Tennis Club di Cava dei Tirreni. Sono previsti gli interventi di Marco Salerno, delegato alla cultura Social Tennis; Piera Di Salvio, consulente letterario 1886 Publishing; Paola de Simone, direttrice editoriale SabiaNotizie.it.

Modera la giornalista Carolina Milite. Il libro inizia con una data precisa, il 24 giugno del 1950. Erano i tempi del “sapone di piazza”, dei materassi con le “sgoglie”, foglie di pannocchia che li riempivano, perché la lana era un lusso. Vico Fissale è un mondo fatto di persone conosciute spesso con i soprannomi, che ne raccontano la storia; il rione è Scanzano a Castellammare di Stabia, ma per l’autrice sarà sempre, confidenzialmente, solo Stabia. Le vicende di tutti, dei protagonisti, dei luoghi, dei fatti principali, si alternano alla narrazione di un parto complicato elemento centrale del racconto. Vico Fissale è anche un libro dell’ascolto.

Dove si incrociano e sembra di sentirle, le voci delle zie, della nonna, di tutti colro che conservano il ricordo perché, come scrive nella prefazione Paola de Simone “Ripercorrere con la memoria le strade dei nostri avi, gli aneddoti di vita, gli incastri, gli incontri, le conoscenze sfiorate o incisive, significa cercare il senso di ciò che siamo attraverso l’eredità anche emotiva che abbiamo ricevuto”. Allora il livello narrativo si intreccia con la ricostruzione. “Un lavoro minuzioso – scrive ancora de Simone - di ricerca delle proprie origini, il delineare le personalità di chi geneticamente ha contribuito a ciò che siamo: questo libro è molto più di una semplice storia. Ed è anche un viaggio attraverso le strade labirintiche di un quartiere, Scanzano, che diventa personaggio esso stesso”.

Tra cronaca e racconto, “Vico Fissale” appare un romanzo-matrioska, che pagina dopo pagina dà vita a nuove storie.

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