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Onorevole? Paolo Battaglia La Terra Borgese spiega perché gli Onorevoli si chiamano così

SI PUÒ RENDERE ONORE SOLO A CHI COMPIE IL PROPRIO DOVERE - AFFERMA IL CRITICO D’ARTE PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE - COME QUANDO SI RENDE UNA CAMBIALE A CHI L’HA ONORATA PERCHÉ HA FATTO FRONTE AGLI IMPEGNI ASSUNTI
BRESCIA, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Mantenere una promessa, dunque - continua Paolo Battaglia La Terra Borgese -, come pure agire secondo coscienza, significa compiere il proprio dovere senza che l’etica umana e la parola data vengano prostituite.

Il termine "onorevole", riferito a un eletto, peraltro, non è mai stato istituito, dunque non esiste, è solo una cattiva abitudine che prese il via l'11 maggio del 1848, quando alla Camera subalpina fu letta una comunicazione del deputato Tola che iniziava con "Onorevoli deputati". Forse allora si mantenevano le promesse elettorali.

Ed è proprio così. Assolutamente. Perché se tu prometti, per fare un esempio, che una volta eletto abolirai la caccia e poi non lo fai, avrai tradito il mio voto di animalista, non avrai compiuto il tuo dovere perché disonori la promessa, e avrai pure prostituito la coscienza, cioè l’etica, quella parte divina che è dentro di noi. Poco importa se non manterrai la parola data in maniera premeditata o meno, perché, per dirla nei modi di alcuni aulici ambienti sociali e filosofici, è prescritto: “Sventurato colui che accetta un incarico che non saprà portare a termine”.

Il termine Onorevole, oltretutto, è oggi fuorviante, ubriacante, perché chi è così appellato, perde di vista la realtà, è propenso a riempirsi di sé, e si convince di essere superiore agli altri cittadini a cui invece deve rendere devoto un servizio, sia perché lo hanno eletto, sia perché lo retribuiscono.

È un problema di educazione che riguarda il progressivo scadimento valoriale della parola “onorevole”.

E il segreto dell’educazione è nella personalità dell’educatore, cioè dello Stato; ovverosia il segreto dipende dalla volontà degli uomini, che purtroppo sono stati emarginati in un quietismo politico, costretti come sono a decidere se mangiare o pagare le bollette.

 

Ufficio Stampa
Emilia Cosciani
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