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L’intervista di “Fatti e Misfatti” all’ex Sindaco di Parma Pietro Vignali

Errori investigativi e totale insussistenza della notizia di reato: il PM riconosce l’innocenza dell’ex Sindaco di Parma Pietro Vignali dopo un procedimento giudiziario durato 10 anni
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Il 2010 ha rappresentato per Pietro Vignali l'avvio di un inchiesta che pose fine della sua carica da Sindaco in seguito a pesanti accuse che hanno messo in pausa la sua vita per dieci anni: l'archiviazione è arrivata nel marzo 2020.

Pietro Vignali ricorda il suo calvario giudiziario

Era il febbraio del 2010 quando l'allora Sindaco di Parma ricevette l'avviso di garanzia per la presunta assunzione clientelare di 18 dirigenti del Comune di Parma e l'accusa di danno erariale da 3 milioni di euro. Scagionato da tutte le accuse nel marzo 2020, dopo il riconoscimento da parte del PM dell'insussistenza della notizia di reato e della presenza di una serie di errori investigativi, Pietro Vignali ricorda nel corso della puntata di "Fatti e Misfatti" la giornata che ha cambiato per sempre la sua vita. 

"Quando ricevetti l'avviso di garanzia - riporta l'ex Sindaco - ero Sindaco di Parma. Era una bella giornata, ma di lì a poco iniziò a grandinare. Così, anche nella mia vita, nel giro di un giorno la notizia rimbalzò su tutta la stampa nazionale come se fossi già stato condannato". Oltre ad aver segnato la vita personale e la carriera di Pietro Vignali, la vicenda paralizzò l'intero Comune dato che venne messa in discussione la validità di tutti gli atti firmati dai dirigenti.

Pietro Vignali: non c'è proporzione tra risarcimento e danno subito

Dopo 10 anni Pietro Vignali è stato finalmente prosciolto dalla Procura di Parma e riabilitato dal Tribunale di Bologna. Sull'epilogo della vicenda, l'ex Sindaco dichiara di essere "sollevato ma amareggiato", date le conseguenze che ne sono derivate e la lentezza che caratterizza i procedimenti giudiziari in Italia.

Ciò nonostante afferma di non cercare vendetta e che gli "bastano le parole del PM". Nel frattempo la Corte d'Appello di Bologna ha riconosciuto il "danno alla sua carriera politica da Sindaco indotto alle dimissioni" e condannato il Ministero della Giustizia. Per risarcirlo dai danni subiti gli è stata proposta una cifra irrisoria. "Non credo ci sia proporzione tra la cifra e l'entità dell'indagine", ha confessato.

Ufficio Stampa
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