La società petrolifera Caratube e il suo azionista principale Devincci Hourani avviano un procedimento arbitrale presso l'ICSID richiedendo un risarcimento di oltre 1 miliardo di dollari per espropriazione dal Kazakistan

Tale richiesta segue l'espropriazione da parte del Kazakhstan dei beni della famiglia Hourani, compresa Caratube, a partire dal 2007. Prima dell'espropriazione illegittima, Caratube possedeva i diritti di esplorazione e produzione di vaste quantità di idrocarburi, accertati sotto la loro gestione, nella zona di Caratube del distretto Aktobe Oblast di Baiganin, nella Repubblica del Kazakistan, in virtù di un contratto stipulato il 27 maggio 2002 con il Ministero delle Risorse Energetiche e Minerarie della Repubblica del Kazakistan.
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Kazakhstan, (informazione.it - comunicati stampa - energia)

Tale richiesta segue l'espropriazione da parte del Kazakhstan dei beni della famiglia Hourani, compresa Caratube, a partire dal 2007. Prima dell'espropriazione illegittima, Caratube possedeva i diritti di esplorazione e produzione di vaste quantità di idrocarburi, accertati sotto la loro gestione, nella zona di Caratube del distretto Aktobe Oblast di Baiganin, nella Repubblica del Kazakistan, in virtù di un contratto stipulato il 27 maggio 2002 con il Ministero delle Risorse Energetiche e Minerarie della Repubblica del Kazakistan.

Caratube e il Sig. Devincci Hourani hanno affermato che l'espropriazione dei loro diritti è stata illegittima e che si trattava in realtà dei danni collaterali della disputa tra il Presidente del Kazakistan e il suo genero di allora, Sig. Rakhat Aliyev.

La famiglia Hourani, imparentata con il Sig. Aliyev in seguito al matrimonio tra il Sig. Issam Hourani (Khorani) e la sorella del Sig. Aliyev, dichiara di essere stata semplicemente assimilata al Sig. Aliyev. Di conseguenza, la famiglia Hourani e i suoi beni, che comprendevano un impero fatto di interessi nei media, imprese farmaceutiche, petrolifere e di carburanti, compagnie aeree e un'attività di pollame, sono diventate uno dei bersagli del governo kazako. La famiglia ha subito irruzioni, procedimenti penali, espropriazione dei propri beni senza risarcimento ed è stata costretta a lasciare il paese. È stata inoltre oggetto di diffamazione, molestie e intimidazioni nei paesi terzi, compresa la Repubblica del Libano, per mezzo di false accuse ed uso improprio di procedure Interpol svolte dalle autorità kazake, nel tentativo di dissuaderli dal sollevare richieste di risarcimento per i beni espropriati presso i tribunali internazionali.

Come ha spiegato il Dr. Hamid G. Gharavi, avvocato di Caratube, del Sig.  Issam Hourani, del Sig. Devincci Hourani e della famiglia Hourani durante svariati procedimenti, in corso o in procinto di essere avviati, l'ICSID ascolterà le affermazioni di Caratube e/o del suo azionista principale Sig. Devincci Hourani in merito, dal momento che il nuovo arbitrato è stato avviato con tre strumenti giuridici separati e indipendenti: la legge sugli investimenti esteri del Kazakistan, il trattato bilaterale di investimento tra Kazakistan e U.S.A. e il contratto di esplorazione e produzione petrolifera stipulato tra Caratube e il Ministero delle Risorse Energetiche e Minerarie della Repubblica del Kazakistan.

Caratube è soltanto uno dei molti procedimenti arbitrali in corso o in procinto di essere avviati dalla famiglia Hourani, e da altri suoi parenti, nei confronti della Repubblica del Kazakistan.

Il Dr. Gharavi ha sottolineato che i tribunali dell'ICSID hanno già ritenuto il Kazakistan responsabile di simili azioni, come nel caso Rumeli & Telsim contro Kazakistan, a seguito del quale al Kazakistan è stato imposto di pagare 170 milioni di dollari con gli interessi per l'espropriazione di Kar-Tel, che, ai tempi, era il secondo maggiore operatore mobile nel paese, di proprietà di investitori turchi.

Il Sig. Issam Hourani, il Sig. Devincci Hourani e il resto della famiglia Hourani sono uomini d'affari non coinvolti nella politica kazaka. Non vogliono altro che giustizia, cioè, essere risarciti per i beni sequestrati e che il loro nome venga riabilitato.

Ufficio Stampa
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