"Segni oltre la finestra" è il titolo del romanzo d’esordio di Sabrina Ginocchio, edito da Bonaccorso Editore

La finestra racchiude due mondi: il dentro e il fuori. Chi ci sarà all’interno delle finestre di una prigione? Da questa domanda l’autrice ci immerge in due filoni narrativi: due voci in prima persona che solo alla conclusione si mescoleranno.
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Verona, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Le protagoniste sono due donne. Margherita nel giorno del suo ventesimo compleanno finisce in carcere. Silvia è in pensione e, nel ritrovarsi tra le mura di casa dopo anni di insegnamento, sente il bisogno di comunicare con qualcuno. Due donne. Due diversi destini. Tra detenzione e libertà, due anime che si raccontano dando vita a un inconsueto scambio epistolare. Segni oltre la finestra è un romanzo breve che custodisce una matrioska di racconti e per questo si colloca con efficace ambivalenza a cavallo tra il genere del romanzo e quello di una raccolta di racconti.

Margherita si ritrova da tossicodipendente a spacciatrice. Le scivola di mano la sua vita a tal punto da ritrovarsi in carcere. La sua entrata in cella non trova il benvenuto da parte delle tre coinquiline: Matilde, Carla e Anna. Con una persona in più non solo lo spazio di movimento nella cella diminuisce, ma anche l’aria diventa soffocante.

Margherita decide di ignorare le provocazioni delle tre coinquiline, un trio ben consolidato, imponendosi di rimanere in silenzio, tanto che la battezzano con il nomignolo la Muta. Nella narrazione è l'udito il senso che maggiormente viene coinvolto: è attraverso l'udito che Margherita ci mostra cosa avviene nei corridoi o in un'altra cella, che ci rende partecipi degli umori, delle inquietudini, delle tensioni e degli attimi di gioia pronti a esplodere nell'ambiente carcerario.

Margherita trascorre le giornate come un vegetale, sempre a letto, ma un giorno riceve una lettera da una sconosciuta. La mittente è Silvia, una maestra in pensione, che per scacciare la noia decide di dedicare il suo tempo a scrivere lettere ai detenuti. La prima la invia proprio a Margherita. La rgazza non risponderà alla lettera fino a quando non sarà costretta da Matilde, la più anziana della cella, quella che detta le regole e chi le infrange perde i privilegi.

Margherita per protesta, per dimostrare che non accetta ordini, non invierà alla signora Silvia parole, ma solo disegni. Silvia con la sua vitalità non si arrende, spera che prima o poi Margherita le regalerà qualche riga scritta e nel frattempo, a ogni suo disegno, le risponderà con un racconto.

Ogni racconto racchiude un segno di speranza. Inizia così una matrioska di racconti. Infatti, come la matrioska si apre all'esterno per mostrare il suo interno, così le due protagoniste, ognuna con uno sguardo verso la propria finestra, rivelano la loro anima e alla fine insieme usciranno dal loro guscio.

Margherita, ricordati che le persone sono come le scarpe. Ci sono quelle che fanno male, quelle che non ti piacciono dal primo sguardo, quelle inavvicinabili che non saranno mai tue, quelle che ti attraggono in partenza, ma poi a lungo andare non sono un granché, e infine ci sono quelle che non potrai fare a meno di avere sempre con te.