100 settimane di coronavirus: le parole chiave nella Grammatica del nuovo mondo di Filippo Poletti

Partendo da due “giovedì neri”, il giornalista Filippo Poletti ricostruisce la pandemia in un libro edito da Lupetti: positivo, mascherina, vaccino, zona e smart working tra i termini più usati
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

Anno nuovo, 100 settimane di coronavirus in Italia. Tutto iniziò il 30 gennaio 2020 a Roma con il caso dei due turisti cinesi trovati positivi. Da allora a oggi il nostro vocabolario si è concentrato sull’uso delle parole positivo, mascherina, vaccino, smart working e zona geografica colorata in base all’andamento dei contagi e dei ricoveri. A raccontarlo è Filippo Poletti, giornalista e top voice di LinkedIn, nel libro “Grammatica del nuovo mondo” che alfabeticamente elenca 50 termini chiave dei nostri giorni, sottolineando l’evoluzione del linguaggio ai tempi della pandemia. Premessa-testamento del filosofo Salvatore Veca, scomparso l’anno scorso a Milano.

La prima full immersion dell’Italia nel coronavirus – ripercorre Poletti nel libro stampato da Lupetti –avvenne il 30 gennaio 2020, stesso giorno in cui l’OMS dichiarò la rilevanza internazionale dell’emergenza sanitaria. Alle 18:06, orario di arrivo all’istituto Spallanzani dell’ambulanza con a bordo i due turisti cinesi, il coronavirus fece ufficialmente il suo ingresso in Italia. Giunti a Malpensa da Pechino, i coniugi furono i primi casi accertati di coronavirus. Il giorno successivo, il 31 gennaio 2020, il Governo dichiarò lo stato di emergenza. Fu allora che la parola coronavirus iniziò a diffondersi tra le persone.

Dopo la scoperta dei casi dei turisti cinesi, nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio 2020 si diffuse la notizia del focolaio di Codogno legato alla vicenda di Mattia Maestri. «La sorte – nota il cronista Poletti – ha voluto che due eventi cruciali nella storia del coronavirus siano accaduti di giovedì, rispettivamente giovedì 30 gennaio 2020 e giovedì 20 febbraio 2020. Sempre di giovedì, il 30 dicembre 2021, ricorreranno le prime 100 settimane di coronavirus».

Il contagio ha rivoluzionato il nostro modo di parlare: l’aggettivo positivo ha assunto un’accezione negativa, mettendo tra parentesi il pensiero positivo. Alcune espressioni hanno acquisito nuovi significati: legate fino al 2019 all’inchiesta giudiziaria di cui all’inizio del 2022 ricorrerà il trentennale, dal 2020 le mani pulite sono associate alle raccomandazioni pubbliche di carattere igienico-sanitario. È il caso anche di RT, sigla che sta per retweet su Twitter e oggi utilizzata per indicare l’indice di trasmissibilità.

Il coronavirus ha colorato l’Italia in zona rossa, arancione, gialla e bianca, diffondendo lemmi come mascherina e smart working: «Il dizionario del nuovo mondo è in continua evoluzione – commenta il giornalista – e negli ultimi mesi si è polarizzato sulla contrapposizione tra no vax e sì sì sì vax. Questo braccio di ferro lessicale evidenzia la profonda spaccatura presente nella popolazione».

Di fronte al coronavirus la tentazione della rimozione è fortissima: tuttavia, come insegna la psicanalisi, ciò che rimuoviamo ritorna e chiede il conto. È possibile voltare pagina solo dopo aver riletto le 100 settimane che abbiamo vissuto: «Per affrontare il 2022 – conclude Poletti nella “Grammatica del nuovo mondo” – è necessario riflettere sulle parole legate al coronavirus, perché l’uomo capace di giudizio è colui che ha una bussola per orientarsi».

Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa
Filippo Poletti
 Rassegnalavoro (Leggi tutti i comunicati)
via Strasburgo, 5/g
20097 San Donato Milanese
[email protected]
3357143310