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Afghanistan, l’analisi di Giancarlo Elia Valori: “Fallimenti e calcoli bellico-industriali americani”

“Auspicare la violenza indiscriminata per cancellare un’altra violenza, bensì mirata – commenta in questa sua analisi il professore Giancarlo Elia Valori - è un fare immorale e criminale”.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Comunicato stampa di Adolfo Tasinato

Giancarlo Elia Valori, top manager, esperto di geopolitica e grande protagonista delle relazioni internazionali, con questa analisi a tratti anche cruda ma inoppugnabile, ci guida alla scoperta di quegli elementi che hanno concorso a determinare una delle più grandi disfatte della coalizione occidentale a guida Usa e della stessa NATO. Una sconfitta che apre inquietanti interrogativi sulla leadership americana nel mondo in un momento storico che vede la Cina arrivare ad occupare un ruolo chiave nello scenario internazionale in una situazione sempre più fluida, dove viene a mancare la contrapposizione ideologica tra blocchi contrapposti come ai tempi della cosiddetta guerra fredda.

Gli americani, come ben sintetizza Giancarlo Elia Valori, dimostrando di non saper “leggere” la storia (quella altrui, ma anche la loro, come dimostra il Vietnam), in soli due mesi riuscirono ad abbattere il governo talebano, accusato di aver offerto un rifugio sicuro a Osama Bin Laden e ai suoi guerriglieri di Al Qaeda, e a insediare a Kabul un governo “amico”. Nei venti anni successivi, i Talebani, come del resto i vietnamiti e dopo di loro gli iracheni, hanno dimostrato a Washington non solo che la semplice potenza dei mezzi militari non è sufficiente a sconfiggere un’armata avversaria fortemente motivata e forte di un innegabile sostegno popolare basato sulla totale intolleranza alla presenza straniera, ma anche che non si può esportare il modello di democrazia occidentale come se fosse un normale bene di consumo.

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Note sull’autore

Giancarlo Elia Valori è uno dei più importanti manager italiani. Docente universitario e attento osservatore della situazione politica ed economica internazionale, nella sua lunga carriera ha ricoperto importanti incarichi in prestigiose società italiane (Autostrade per l'Italia) ed estere. Attualmente è Presidente dell’International World Group

Inoltre è presidente onorario di Huawei Italia nonché detentore di importanti cattedre in prestigiosi atenei quali la Yeshiva University di New York, l’Hebrew University di Gerusalemme e la Peking University.

Nel 1992 viene nominato Cavaliere della Legion d’onore con la motivazione: “Un uomo che sa vedere oltre le frontiere per comprendere il mondo”, dall’11 maggio 2001 è ambasciatore di buona volontà dell’Unesco per i meriti profusi generosamente nella difesa e nella promozione del patrimonio immateriale. Nel 2002 riceve il titolo di “Honorable” della Académie des Sciences de l’Institut de France.

Tra i suoi libri ricordiamo: Liberi fino a quando? (Lindau 2019), Rapporti di forza (Rubbettino 2019), Geopolitica e strategia dello spazio (Rizzoli 2006), Antisemitismo, olocausto, negazione (Mondadori 2007), Mediterraneo tra pace e terrorismo (Rizzoli 2008), Il futuro è già qui (Rizzoli 2009), La via della Cina (Rizzoli 2010) e Geopolitica dell’acqua (Rizzoli 2011).

A riconoscimento del suo poliedrico impegno di studioso e pubblicista a respiro universale, ha ricevuto il premio giornalistico “Ischia Mediterraneo”, il “Gran Premio Letterario 2011” dal Consiglio Mondiale del Panafricanismo e il “Premio Internazionale della Cultura” dalla International Immigrants Foundation delle Nazioni Unite.


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