Politica e Istituzioni
Carlo Spinelli (IdD), in Italia le donne non vanno discriminate neanche se la cultura del paese di origine lo permette
"In Italia la legge deve essere rispettata da tutti e le sentenze non devono essere influenzate dall'appartenenza religiosa o dal retaggio culturale dell'imputato è quindi scandaloso a mio avviso che un PM di Brescia chieda l'assoluzione per un cittadino originario del Bangladesh accusato di maltrattamenti verso la sua ex moglie".
Inizia con queste parole il commento del responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti Carlo Spinelli in merito a quanto sta emergendo a Brescia durante un processo che vede coinvolti due ex coniugi originari del Bangladesh, lui come imputato e lei come parte offesa.
"Un Pubblico Ministero non può prendere in esame un impianto culturale che non fa parte del nostro Paese dove i due hanno deciso di vivere, e che viene disconosciuto anche dalla nostra Costituzione che prevede la parità di genere - continua ancora Spinelli - e affermare che la donna stessa in origine aveva accettato questo tipo di cultura è quanto di più sbagliato visto che la stessa si è trasferita in Italia fin da bambina ed è cresciuta apprendendo gli usi e costumi del nostro Paese e quindi essendo consapevole anche dei diritti a lei riconosciuti. Accusare poi la donna di aver interrotto il matrimonio perchè avrebbe rifiutato il modo di vivere imposto dalle tradizioni bengalesi conformandosi a un modo di vivere marcatamente occidentale, rende ancora più discutibile il comportamento di questo PM è come se, e prendo in esame il caso della povera Saman, si giustifichi quanto le è successo perchè voleva vivere come una occidentale.
E come se non bastasse - va avanti ancora l'esponente IdD - questo PM mette in evidenza di come l'imputato si sia fatto fieramente latore della sua cultura, quindi oltre che assolto questo tizio dovrebbe anche considerarsi fiero di aver malmenato la sua ex moglie. Episodi del genere fanno passare un messaggio sbagliato e potrebbero creare un pericoloso precedente dove, se la cultura del Paese di appartenenza lo permette, la donna anche se risiede in Italia può essere maltrattata e schiavizzata senza che il suo aguzzino incorra nelle sanzioni previste dalla legge.
Stiamo combattendo una battaglia contro gli episodi di violenza sulle donne che sfociano spesso in femminicidi e poi ci facciamo portatori di una cultura, in questo caso bengalese, dove la violenza verso le donne è consentita e non punibile e dove addirittura se una donna denuncia episodi di violenza subiti, vede danneggiata anche la propria immagine sociale. Adesso non ci resta che aspettare la sentenza del giudice - conclude Spinelli - con la speranza che non accolga le richieste del PM in modo che non si crei un precedente, come detto prima pericoloso, al quale tutti i residenti in Italia di cultura e religione islamica possono fare riferimento".
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