UNOBRAVO E ANIMENTA ANCORA INSIEME PER DARE UN TEMPESTIVO SUPPORTO PSICOLOGICO A CHI SOFFRE DI DCA

Dalle richieste pervenute all’équipe di lavoro il 44% di pazienti ha più di 30 anni. La Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, e Aurora Caporossi, commentano lo scenario italiano attuale e i dati del progetto.
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Milano, (informazione.it - comunicati stampa - società)

Parlare dei disturbi del comportamento alimentare come di un'emorragia non è un eufemismo: si tratta, infatti, di una tragedia quotidiana, molto spesso silenziosa e invisibile.

Nell’ultima ricerca pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità, a marzo 2022 erano quasi 9.000 i pazienti a carico di uno dei Centri accreditati in Italia per disturbi del comportamento alimentare (DCA): un numero ben diverso però dal dato, seppur sottostimato, delle almeno 3 milioni di persone che non arrivano alle cure necessarie. Secondo quanto recentemente comunicato da Jama Pediatric, inoltre, in Italia 1 adolescente su 3 manifesta abitudini alimentari disordinate, mentre 1 su 5 è il dato a livello mondiale: si tratta di numeri significativi e preoccupanti in quanto i comportamenti alimentari disordinati potrebbero rappresentare uno stadio immediatamente precedente all’esordio del DCA.

L’emergenza pandemica ha provocato, inoltre, un aggravamento dello scenario: “I lunghi periodi di isolamento hanno condizionato la salute mentale di tutti, soprattutto di adolescenti e giovani adulti. Sono molteplici i fattori all’origine: dalla paura per quello che stava accadendo all’accesso continuo al cibo, dall’influenza dei media al brusco stravolgimento della propria quotidianità -  commenta la dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo -. Come risposta a tutto quello che accadeva attorno a loro, tante le persone hanno iniziato a sperimentare comportamenti compensatori, come l’esercizio fisico compulsivo, gli episodi di restrizione calorica o l’utilizzo di lassativi. Coloro che invece soffrivano già di un disturbo alimentare si sono aggravati, rischiando una ricaduta o una cronicizzazione della problematica”.

La mancanza di adeguata assistenza sanitaria

Lo scenario diventa ancor più problematico quando si cerca un’assistenza adeguata. È solo dal 2021, infatti, che il Ministero ha affidato al Centro nazionale dipendenze e doping dell’ISS il compito di mappare i centri dedicati alla cura dei DCA e i risultati non sono troppo incoraggianti: sono poche le regioni con più di cinque strutture, quasi inesistenti nel centro-sud del Paese e che, anche laddove presenti al nord, fanno fatica a sopportare la domanda sempre in aumento.

“Troppo spesso i pazienti non riescono ad arrivare neanche alla prima assistenza, non sanno a chi rivolgersi oppure, dovendo ricorrere al privato, non sono in grado di sostenere le spese anche per un percorso psicologico che possa sostenerli - spiega Aurora Caporossi, Founder & Presidente di Animenta -. Come associazione che opera sul territorio siamo costantemente in contatto con la realtà che riguarda i disturbi alimentari fatta di pellegrinaggi di intere famiglie che si spostano di regione in regione per trovare un luogo di cura. La possibilità di accedere alle cure non deve dipendere in base alla fortuna di essere nati in una regione che strutture e professionisti. Con il servizio di Unobravo arriviamo lì dove le persone non riescono ad accedere ai servizi, perché spesso questi servizi non ci sono..

Casi in aumento a qualunque età

Se in generale i numeri mostrano una prevalenza di comparsa del disturbo durante l’adolescenza, nella fascia tra i 14 e i 25 anni, i dati riportano uno scenario in cui a soffrire sono anche ragazze e ragazzi sotto i 13 anni; una situazione che ha visto un peggioramento negli ultimi anni post-pandemia.

“L’immaginario collettivo collega l’idea di anoressia o bulimia soprattutto a persone in età adolescenziale e molto spesso, si sottovaluta l’insorgere di un disturbo in età adulta. Da quando, a novembre 2022, abbiamo dato il via al progetto con Animenta, abbiamo ricevuto numerose richieste di supporto da donne e uomini con oltre 30 anni - commenta la dott.ssa Fiorenza Perris -. Ben il 20% ha, infatti tra 30 e 39 anni e il 24% dei pazienti ne ha oltre 40. L'insorgenza di segnali legati a un DCA in età adulta può essere causata da diverse ragioni: può rappresentare, ad esempio, una ripresa dei sintomi già conosciuti in persone che in passato avevano già affrontato queste problematiche, può essere la manifestazione di nuovi sintomi o può rappresentare la diagnosi di un disturbo che il paziente aveva già da molti anni, ma che non era stato precedentemente riconosciuto come un disturbo alimentare e quindi non adeguatamente trattato. La terapia in questo gioca un ruolo determinante nel riconoscere e prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo e, successivamente, nel prendersi cura delle cause più profonde che contribuiscono al persistere della sintomatologia”.

“Non è stata una grossa sorpresa quella di ricevere richieste di supporto da persone adulte - spiega la Founder di Animenta -: le strutture sanitarie, sia pubbliche, sia private, sono sature e negli ultimi anni abbiamo assistito a una sempre minor presa in carico di pazienti con più di 30 anni.

Un'adeguata diagnosi richiede un trattamento terapeutico che assicuri la collaborazione tra i servizi di salute mentale e di nutrizione. Purtroppo non è così e questa è una delle ragioni più importanti che ci hanno spinto a collaborare con Unobravo: è fondamentale che un paziente possa ricevere tempestivamente almeno un supporto psicologico, e in parallelo, grazie alla nostra rete, riuscire a trovare tutti quei professionisti che completano l’equipe multidisciplinare per il trattamento di queste patologie ”.

Collaborazione Unobravo & Animenta

Lo scorso anno il servizio di psicologia online e Società Benefit Unobravo e Animenta, associazione no profit nata con l’obiettivo di informare, raccontare e sensibilizzare sulle malattie del comportamento alimentare, hanno voluto realizzare un progetto per rendere accessibile la terapia a tutte le persone che soffrono di un DCA e ai loro familiari in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.

Per rendere possibile tutto ciò, Unobravo ha selezionato un’équipe di psicologi e psicoterapeuti esperti su queste tematiche. Fortemente consapevoli dell’importanza di un lavoro di team multidisciplinare, i terapeuti Unobravo possono collaborare, inoltre, con centri e ambulatori presenti sul territorio qualora i pazienti dovessero avere bisogno di altra tipologia di intervento.Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito animenta.org/animenta-unobravo/

Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa