Il laboratorio del sogno, il progetto di educazione alla manualità d’eccellenza del Festival dei Due Mondi di Spoleto

Massimo Cantini Parrini, Gianluca Falaschi, Antonio Grimaldi, fra i tutor d’eccezione dei tre week end di workshop di upcycling creativo su iscrizione, con l’ideazione di Fabiana Giacomotti. In mostra nel foyer del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti anche i costumi storici di Ulisse Santicchi per Ariadne aux Naxos
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)


 

Dopo il grande successo della scorsa edizione, torna anche per l’edizione 67 del Festival dei Due Mondi di Spoleto, arricchito, il progetto di upcycling e di educazione alla manualità d’eccellenza Il laboratorio del sogno. Simbologia e arte del costume teatrale. Ancora una volta, Guest speaker e visiting costume designer del progetto saranno alcune fra le maggiori firme della moda e del costume italiano e internazionale come Massimo Cantini Parrini, Gianluca Falaschi e Antonio Grimaldi. Grazie a loro, il pubblico e gli studenti verranno coinvolti in una serie di incontri, a cui seguirà, su iscrizione e per un numero limitato di partecipanti, un laboratorio dove realizzare e regalarsi un piccolo accessorio creato dai designer ospiti, sotto la guida delle première della sartoria teatrale. Il progetto, ideato da Fabiana Giacomotti, storica del costume e curatrice del “Foglio della Moda” – inserto di cultura e industria della moda del “Foglio” – si inserisce nell’ambito del percorso di valorizzazione dei mestieri del teatro intrapreso dal Festival con la direzione artistica di Monique Veaute e include l’esposizione dei costumi ideati nel 1984 da Ulisse Santicchi per l’allestimento di Ariadne auf Naxos, nel foyer del teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. L’opera di Richard Strauss inaugura questa edizione, con la regia e la direzione di Iván Fischer e i costumi di Anna Biagiotti, e l’allestimento, valorizzato anche da immagini storiche trasmesse nei totem, è pensato per consentire agli spettatori di paragonare i diversi approcci al tema.


Il primo “Laboratorio del sogno” è in programma nel weekend inaugurale. A parlare dei rapporti fra moda e costume teatrale, sabato 29 giugno alle ore 11 presso il giardino di Palazzo Campello, è una figura di primo piano del panorama internazionale come Massimo Cantini Parrini, costumista di fama internazionale più volte candidato al Premio Oscar. Domenica 30 giugno, dalle 10.45 alle 13, presso il Complesso Monumentale di san Nicolò, su iscrizione (obbligatoria, al sito www.festivaldispoleto.com) e per un numero massimo di trenta persone in tre momenti successivi, il guest designer coordina il Laboratorio di upcycling creativo, affiancati dalla Chiroteca Business Network, prestigiosa istituzione napoletana, attiva nella valorizzazione della tradizione guantaia e dalla Sartoria Teatrale del Festival di Spoleto. Ispirati dal tema e dalla collocazione storica di Ariadne auf Naxos, i partecipanti sono invitati a sviluppare la loro manualità e il loro senso dello stile nella creazione di un paio di guanti.
Sabato 6 luglio, alle ore 10, presso il giardino di palazzo Campello, sarà la volta di Gianluca Falaschi, costumista e regista per alcuni fra i più importanti teatri mondiali, e del couturier Antonio Grimaldi, protagonista dei red carpet di Hollywood. Sarà l’occasione per ascoltare una riflessione attorno al tema della rappresentazione del se e dell’altro da sé in "Orfeo ed Euridice" di Christoph Willibald Gluck, l’opera protagonista del secondo week end, con la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Antonello Manacorda. Il Laboratorio di upcycling creativo continua nel secondo weekend con gli appuntamenti di domenica 7 luglio dalle ore 10 alle 13, presso il Complesso Monumentale di san Nicolò. Gianluca Falaschi e Antonio Grimaldi sono affiancati da Marco Piras, docente di design dell’Accessorio presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e dalla Sartoria teatrale del Festival di Spoleto. In una rilettura fra moda e costume del mito di Orfeo e Euridice, i partecipanti sono invitati a valorizzare scampoli di tessuti dell’alta moda e della manifattura del cuoio trasformandoli in eleganti oggetti per sé.
Sabato 13 luglio, dalle ore 10 alle 13, sempre presso il Complesso Museale di san Nicolò, Barbara Ricchi, maestra artigiana toscana, tiene invece un seminario e un laboratorio (iscrizione obbligatoria) sull’arte del costume per il balletto, affiancandosi idealmente all’attesissimo spettacolo di Wayne Mc Gregor, direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra, che al Festival dei Due Mondi presenta il dittico coreografico Deepstaria, nel quale la ricerca coreografica incontra il  potenziale creativo delle tecnologie emergenti.
Il progetto “Il laboratorio del sogno” si avvale del prezioso sostegno di UNIC Lineapelle, di Cuoio di Toscana, dell’atelier Antonio Grimaldi, di Giorgio Linea, di Mazzanti Piume, e rappresenta l’evoluzione, al tempo stesso culturale e artigianale, dell’upcycling, la valorizzazione dei materiali già esistenti.
 
Come dice Monique Veaute «il progetto arricchisce la proposta artistica del Festival. È stato un grande piacere per me accogliere la proposta di Fabiana Giacomotti e mettere a disposizione del pubblico l’opportunità di scoprire come vengono pensati e realizzati gli abiti e gli oggetti che vediamo in scena, oltre che di mettersi in gioco in prima persona e prendere parte “attiva” al Festival. Il coinvolgimento di personalità di primo piano per l’alta moda è ancora un altro modo per rendere la città un luogo vivo della creazione artistica».
 
«Nel sistema complesso della moda e del costume, apparentemente inaccessibili a chi non ne fa parte, Il laboratorio del sogno rappresenta un’opportunità per scoprire come cultura e abilità manuale interagiscano nella creazione», dice Fabiana Giacomotti. «Al tempo stesso», aggiunge, «lavorare con scarti della produzione di eccellenza della moda consente di dare nuova vita a materiali apparentemente senza futuro. Per millenni, lo spreco delle risorse è stato considerato un peccato e un’eresia, un’offesa al Creato. Nella nostra società iper-consumista, questo senso della preservazione e della valorizzazione si è perso: questo progetto, pur nei suoi piccoli numeri, intende sollecitare la sensibilità di tutti noi su questo tema così rilevante per la salvaguardia del pianeta. Massimizzare l’uso delle risorse».

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