INVIATE 1.512 LE FIRME DEI CITTADINI PER DIRE NO ALLA DISCARICA LUTUM

È stata un successo la raccolta firme per dire no alla riapertura della discarica. Il 13 novembre 2024, data ultima per inviare alla Provincia di Taranto le osservazioni di contrarietà alla discarica Lutum, abbiamo trasmesso la PEC firmata da ben 1.512 cittadini che hanno voluto dire NO alla riapertura della discarica, sottoscrivendo e facendo proprie, le osservazioni scritte da Attiva Lizzano, già inoltrate il 22 ottobre scorso.
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Lizzano, (informazione.it - comunicati stampa - ambiente)

È stata un successo la raccolta firme per dire no alla riapertura della discarica. Il 13 novembre 2024, data ultima per inviare alla Provincia di Taranto le osservazioni di contrarietà alla discarica Lutum, abbiamo trasmesso la PEC firmata da ben 1.512 cittadini che hanno voluto dire NO alla riapertura della discarica, sottoscrivendo e facendo proprie, le osservazioni scritte da Attiva Lizzano, già inoltrate il 22 ottobre scorso. 

La raccolta firme è durata pochi giorni, svolta anche nella nostra sede di via Carlo Poerio 211 a Lizzano, ma il pericolo della riapertura della discarica è sentito in maniera così forte dai cittadini che, dopo l’invio delle firme alla Provincia di Taranto, tantissimi altri cittadini hanno continuato a chiedere di poter firmare. 

Purtroppo, scaduto il termine ultimo per l’invio, con sommo dispiacere non abbiamo potuto accettare altre sottoscrizioni.

Va detto che le osservazioni di Attiva Lizzano erano state già fatte proprie dal Comune di Grottaglie, dall’Unione dei Comuni di Montedoro, dai Comuni di Sava e di Lizzano (quest’ultimo ha fatto anche delle sue osservazioni), invece l’Unione dei Comuni Terre del Mare e del Sole e il Comune di Fragagnano hanno scelto di formulare osservazioni in autonomia, mentre altri si apprestano a farlo. Si ha notizia anche della presentazione delle osservazioni da parte del consigliere del Presidente della Regione Puglia Cosimo Borraccino. 

Per la verità, rispetto allo scorso anno per l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), manca ancora il Comune di Taranto, cioè il padrone di casa del sito, che in quella circostanza aveva espresso la contrarietà alla riapertura. Lo ricordiamo: la discarica insiste in una zona formalmente isola amministrativa Taranto B del Comune di Taranto. In sostanza, si pagano le tasse a Taranto, ma si inquina nel circondario di altri comuni molto distanti da Taranto. Precisamente, stando alla VIA (Valutazione Impatto Ambientale) del 2005, ripresentata quest’anno dalla Lutum nell’attuale procedimento per il PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), i comuni più vicini alla discarica sono: Monteparano (2.000 metri), Lizzano (2.150 metri) e Fragagnano (2.600 metri).

Sempre ieri, abbiamo inviato anche delle osservazioni aggiuntive con motivazioni inedite. In particolare si è rilevato che i dati contenuti nella VIS (Valutazione Impatto Sanitario), datata 20.03.2024 e presentata dalla Lutum, provengono da studi e rilievi di molti anni addietro [ad esempio la tabella 10 – emissioni massime da discarica (picco al 2009)] che si occupano dell’aspetto oncologico e non delle altre patologie legate all’impatto di una discarica. Pertanto, non è accettabile una “valutazione degli impatti sanitari determinati dalla riattivazione di una installazione di smaltimento di rifiuti non pericolosi” anche con dati risalenti a studi di circa 15 anni fa (ad esempio lo studio Porta del 2009 o gli studi Sentieri e Piratsu del 2010), ma è indispensabile avere un documento aggiornato con dati attuali, perché la valutazione dell’impatto sanitario ha un senso solo se descrive la situazione sanitaria di oggi e non quella di un’altra epoca che sicuramente è profondamente mutata nel tempo. Utilizzare una valutazione degli impatti sanitari così vecchia e superata equivale a non averla affatto.

In estrema sintesi, le numerose segnalazioni odorigene che i cittadini continuano ad inviare all’ARPA, il grave infortunio di cui sono rimasti vittima i dipendenti dell’ARPA e persino i dati riportati dalla VIS prodotta dalla Lutum, fanno ritenere che, benché la discarica sia chiusa, ci siano gravi rischi per gli addetti ai lavori e i semplici cittadini. E tutto questo dopo aver subito lo sfruttamento del territorio che risale agli anni ’80, tutti, all’unisono, hanno voluto esprimere la loro contrarietà alla riapertura della discarica e le 1.512 firme raccolte e inviate a codesto Ente, ne sono la oggettiva e tangibile testimonianza.

Tecnicamente il PAUR è un atto amministrativo, ma non si può sottacere che per la popolazione locale rappresenta una condanna a morte. E su questo deve far riflettere quanto ha detto Carla Luccarelli (presente alla manifestazione a Lizzano), madre di Giorgio Di Ponzio, scomparso a 15 anni per un sarcoma: “I bambini sono il nostro futuro ed è nostro dovere metterli in condizione di crescere senza la paura di contrarre malattie. I bambini di Lizzano hanno mostrato di aver compreso quali sono i loro diritti e hanno espresso il loro dissenso a suon di fischietto, già determinati a pretendere quello che a loro spetta: il diritto alla salute e a un ambiente pulito”.

Nel frattempo la conferenza dei servizi che analizzerà pareri, determinazioni, nulla osta e assensi,   prevista per il 19 novembre, è stata rinviata al 10 dicembre 2024. Ma attenzione. La scadenza del 5  gennaio 2025 per la conclusione del procedimento di PAUR per la discarica resta la stessa.

Ufficio Stampa
Giovanni Gentile
 ETS ODV Attiva Lizzano (Leggi tutti i comunicati)
Lizzano (Taranto) Italia
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