Le opere di Pietro Capone in mostra al Vittoriale degli Italiani. Mostra a cura di Raffaele Curi
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Domenica 15 dicembre 2024 al Vittoriale degli Italiani si inaugura la mostra dell’artista
Pietro Capone, visitabile negli spazi del
MAS sino al 28 febbraio 2025.
La mostra - curata da Raffaele Curi e organizzata da Lorenzo Zichichi de “Il Cigno Arte” - espone 20 opere realizzate dall’artista romano tra il 2020 e il 2024: Vanitas, Spazi intermittenti, Allegoria della notte, Tra le ombre, La morte di Saffo, Lamia, Prigione di spiriti, Sudario del martire, Vuoto, Vertigine, L’altare dell’incertezza, Fruscii di parole, Danza di polvere, Fede opprimente, Memorie corrotte, Norah, Avvolgi, Elegia, Laudi, Laudi – bozzetto.
«‘Un incantesimo solare’, così Gabriele d’Annunzio definì il suo incontro con Eleonora Duse, straordinaria attrice e grande amore della sua vita, in un’unione anche professionale. E questa mostra di Pietro Capone rinnova l’omaggio alla donna, cui la mancanza di veli non toglie dignità, e alla letteratura», così Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale.
Si tratta per lo più di nudi artistici, realizzati in inchiostro ferrogallico e olio su lino o su tela, oppure su carta blu. Opere essenziali e pulite che, nel presentare una figura singola in un campo fitto di scrittura, offrono lo spunto per riflettere sul rapporto millenario tra pittura e scrittura. Un rapporto, sempre vivo e in continuo mutamento, che si sostanzia in molteplici e variegate forme di relazione e di dialogo, sia formali che sostanziali.
Pietro Capone
Classe 1995, dopo il liceo artistico frequenta il corso di Archeologia alla Sapienza di Roma per poi dedicarsi alla musica a tempo pieno. Tra un concerto e l’altro scopre l’amore per la pittura e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma. Da sempre appassionato di storia, approfondisce le tecniche d’esecuzione adoperate dagli antichi maestri grazie a un’attenta ricerca dei trattati di pittura dei secoli scorsi, in particolare quelli delle accademie francesi del XIX secolo. Una ricerca che si può definire di “archeologia sperimentale” per riprendere tradizioni andate perdute durante le avanguardie del Novecento.
Dal 2016 al 2018 frequenta l’atelier del pittore Giorgio Dante. Nel maggio 2017 partecipa al workshop Symposium Of Contemporary Figurative Art di Roberto Ferri e di Giorgio Dante. Nel novembre del 2017 partecipa alla mostra Antico Presente L’Accademia Disegna presso il Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani, al termine della quale, tre sue opere entrano a far parte delle collezioni dei Musei stessi. Sempre nel 2017 espone nella mostra collettiva mutAzioni all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel marzo del 2018 espone nella mostra collettiva Night, in occasione della Tiny Biennale alla Gallery of Art Temple University a Roma. Dal 2019 al 2022 è collaboratore del pittore Roberto Ferri e assistente per cinque workshop. Nel 2020 partecipa alla mostra collettiva L’Eco – Roberto Ferri e i suoi allievi alla Crazy March Gallery di Sutri. Nel dicembre 2023 tiene la sua prima personale nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma.
Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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