BSA: nell’Europa del cloud computing i cittadini non sanno chi sia responsabile di sicurezza dati

La maggioranza degli intervistati dello studio presentato oggi al Parlamento Europeo nel corso dell’European Cyber Security Awareness Day chiedono un coordinamento internazionale in materia di sicurezza informatica

Bruxelles, 13/04/2010 (informazione.it - comunicati stampa - information technology) C’è una diffusa confusione tra i cittadini europei in merito a dove i dati personali in digitale vengano archiviati online, secondo lo studio promosso da Business Software Alliance (BSA) e pubblicato oggi. Quasi il 20% dei cittadini europei ha ammesso di non essere a conoscenza se i propri dati personali si trovino 'nel cloud', con un 60% che risponde di non sapere nemmeno che cosa ciò significhi. Gli intervistati dimostrano poi di non aver ben chiaro chi dovrebbe assumersi la responsabilità di proteggere i loro dati online, il che indica la necessità di un migliore coordinamento tra governo, imprese e utenti, nonché una migliore informazione su rischi informatici e relative best practice.

I risultati sono stati rilasciati in occasione del terzo Cyber Security Awareness Day di BSA a Bruxelles (http://www.cybersecurity2010.eu/). Dal momento che le organizzazioni, le imprese, gli individui e i governi scelgono sempre più di archiviare dati online – fenomeno appunto noto come 'cloud computing' – la sicurezza informatica e la minaccia della criminalità informatica vanno acquisendo un ruolo vieppiù prioritario. Le stime dell'UE affermano che i cyber-criminali controllano oltre sei milioni di computer al fine di sottrarre dati individuali e poi inviare spam.

Dal sondaggio è inoltre emerso chiaramente che in tutti i Paesi presi in esame - Germania, Francia, Polonia, Spagna e Regno Unito – il pubblico ha espresso una preferenza per la gestione internazionale della sicurezza informatica rispetto ad un approccio nazionale. Spagna (77%) e Polonia (74%) sono risultate le nazioni più favorevoli a un approccio internazionale, il Regno Unito il meno entusiasta (46%), nonostante i recenti inviti della Camera dei Lord ad un maggior coinvolgimento da parte dell'UE e una maggiore cooperazione con la NATO sulla cyber sicurezza.

Francisco Mingorance, senior director delle relazioni politiche di BSA, ha dichiarato: "La maggior parte degli europei sono alla ricerca di una leadership globale e di forme di collaborazione per proteggere i dati personali da hacker e criminali informatici. BSA risponde a queste preoccupazioni elaborando un quadro globale della sicurezza informatica politica che può contribuire a guidare ogni futura cooperazione a livello internazionale sulla sicurezza dell'ambiente online".

John Turner, vice presidente EMEA di Symantec, uno degli sponsor della manifestazione, ha aggiunto: "I rischi e le minacce online sono in continua evoluzione e crescono in volume, sofisticazione, dimensione e scala. Organizzazioni criminali online sviluppano una fiorente economia sotterranea in cui i dati sui cittadini europei si rivelano una merce preziosa e venduti con lauti profitti prezzo a gang di veri e propri delinquenti informatici".

Matt Thomlinson, direttore generale della sicurezza dei prodotti per Microsoft, altra azienda sponsor della manifestazione europea sulla sicurezza informatica, prosegue a propria volta: "L'attivazione di una società connessa più sicura e più affidabile è una sfida comune per governi, industrie e consumatori. Approcci innovativi per ridurre i rischi e aumentare le capacità di recupero dei sistemi richiedono valide partnership fra pubblico e privato".

L'indagine è stata condotta da YouGov per BSA. Le domande sono state poste ad un campione rappresentativo a livello nazionale degli intervistati adulti in Francia, Germania, Spagna, Polonia e Regno Unito. Il campione totale è stato complessivamente di 4.235 individui. Le interviste sono state condotte online.

Altri risultati rilevanti della ricerca:

• In quattro dei cinque Paesi, la maggioranza degli intervistati non comprende il concetto di 'in the cloud' e ignora che i propri dati possono essere archiviati online.

• Più di due terzi di tutti gli intervistati ritiene che la responsabilità per la sicurezza dei dati detenuti 'in the cloud' non riguardi le aziende che effettivamente utilizzano i dati.

• Più di un quarto degli intervistati, e tre su cinque Paesi europei, hanno espresso la convinzione che della sicurezza dei dati online dovrebbe essere responsabile una combinazione di stakeholder, comprendente governi, imprese, aziende tecnologiche e consumatori.

• In tutti i Paesi, gli intervistati hanno manifestato una preferenza per la gestione internazionale della sicurezza informatica rispetto ad un approccio nazionale.

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