MILANO - CAROLEIN SMIT - Malie di smalto e terra

DAL 28 NOVEMBRE 2024 AL 14 MARZO 2025 VERNISSAGE 28 NOVEMBRE DALLE ORE 18:30
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Milano, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

CARLOCINQUE GALLERY è Lieta di annunciare la prima personale italiana dell’artista olandese Carolein Smit. 

 

La mostra, composta da circa 20 opere interamente realizzate in argilla bianca a basso contenuto di chamotte, esplora gli ultimi anni di produzione dell’artista il cui lavoro si distingue oltre che per una tecnica raffinata, per un’estetica che danza tra il sublime e il grottesco. Gli animali, così spesso presenti nel suo immaginario, assumono unaura che va oltre il loro aspetto: sono creature vulnerabili e allo stesso tempo portatrici di un segreto. I "Bloedhonden" , con i loro occhi malinconici e i corpi segnati, sembrano volerci parlare di una verità che si nasconde dietro gli smalti lucidi. 

 

Carolein Smit si ispira a una ceramica di tradizione europea che affonda le radici nelle celebri manifatture di Sevrès, Meissen e Nymphenburg. Queste fabbriche, nate nel XVIII secolo, hanno contribuito a definire lestetica della porcellana europea attraverso una combinazione di decorazioni sofisticate e una meticolosa attenzione ai dettagli. Ceramiche destinate a un’élite, esemplari di bellezza e opulenza, in cui lestetica raffinata si fondeva con un simbolismo profondo legato alla religione e allo status sociale. 

 

Il processo creativo di Smit è intimamente connesso a questa estetica e tradizione. Lartista affronta largilla come un disegno tridimensionale”, lavorando ogni dettaglio con una precisione quasi ossessiva. Usa fili sottilissimi di argilla per creare texture intricate, dalle piume alle lacrime, fino al singolo pelo, che applica meticolosamente uno per uno. Questa scelta tecnica riflette non solo il passato di Smit come illustratrice, ma anche un profondo rispetto per l'artigianato e la ritualità del fare artistico. Il suo processo di applicazione ripetitiva è simile a un rito, unazione meditativa che trascende la semplice manualità. 

Smit concepisce ogni scultura come unentità autonoma, destinata a esistere indipendentemente dallartista stesso, se osservate da vicino, le superfici sembrano costruire unimmagine disegnata nello spazio, trasformando ogni figura in un'opera che cattura lo sguardo e invita l'osservatore a perdersi nei dettagli.

 

Smit riprende questa tradizione non solo per il valore estetico, ma per il potere simbolico che essa veicola: loro e gli smalti pregiati diventano strumenti per riflettere sul concetto di vanitas e sullimpermanenza dei beni materiali, suggerendo un dialogo costante tra opulenza e caducità, tra vita e morte, evocando la precarietà dellesistenza umana e la fragilità di ogni aspirazione terrena. 

 

Carolein Smit non si limita a richiamare una ceramica di tradizione classica, ma la reinventa, trasformando largilla in una superficie viva. La sua è una voce unica e potente nel panorama della ceramica contemporanea, i suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti del Victoria and Albert Museum di Londra e sono stati esposti in importanti istituzioni quali il Kunsthal di Rotterdam e il Musèe de la chasse et de la nature di Parigi.