I Diritti Umani sono il convitato di pietra che aleggia nei negoziati di pace senza mai essere rispettati
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Non si fermano le iniziative dei volontari di Uniti per i Diritti Umani che nelle giornate di lunedì 2 e martedì 3 dicembre hanno distribuito a Nuoro e La Maddalena, centinaia di libretti con i trenta articoli della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite, con lo scopo di lavorare dal basso, in attesa che lo facciano i “grandi”, alla creazione di una nuova cultura di pace e solidarietà tra i popoli.
Mentre i “grandi” del pianeta, si riuniscono per decidere della vita stessa delle popolazioni che sono stati chiamati a governare per il bene comune, i loro eserciti distruggono intere aree geografiche, bombardano i campi profughi provocando morte e disperazione nella popolazione civile. Le fazioni in lotta continuano a lanciarsi missili più o meno “intelligenti” accusandosi reciprocamente sulle responsabilità di chi ha fatto il primo passo, ostentando come trofei il numero delle vittime subite dal “nemico”, generando a catena altra violenza e destabilizzando la già precaria situazione locale e mondiale.
Si continua a tenere sotto assedio centinaia di migliaia di civili, costretti alla fame, al freddo e, soprattutto, sotto le bombe che arrivano senza soluzione di continuità, da entrambe le parti contendenti.
Un massacro.
Mai che tra le notizie che trapelano dai colloqui si senta parlare di rispetto e autodeterminazione dei popoli, come prevede la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, argomenti messi regolarmente in secondo piano rispetto alla voglia di supremazia politica e dell’annientamento del “nemico”.
I trenta articoli della Dichiarazione Universale sono il convitato di pietra che aleggia nelle trattative, senza mai emergere. Eppure, come tutti sanno, sarebbe la soluzione giusta e definitiva per creare le condizioni di una pace mondiale duratura. Era questo lo scopo dei saggi legislatori quando, il 10 dicembre 1948, l’approvarono all’unanimità con l’auspicio che mai più nessuna guerra fosse combattuta.
È ciò che pensa il semplice cittadino poco avvezzo agli interessi di potere.
È ciò per cui sono impegnati i volontari delle numerose organizzazioni umanitarie presenti nelle aree di conflitto che, rischiando la vita in ogni istante, sono sempre pronti a soccorrere i feriti senza chiedere a quale fazione appartengano.
È ciò che pensano i volontari di Uniti per i Diritti Umani, che operano tutti i giorni in quelle e in altre regioni in tutto il mondo, per creare una cultura popolare nuova, all’insegna dei diritti e dei doveri uguali per tutti.
“I Diritti Umani devono essere resi una realtà e non un sogno idealistico”, scriveva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard invitando a darsi da fare con tutte le proprie forze per creare una cultura nuova, tanto da aver inserito i Diritti Umani come l’elemento inalienabile su cui fondare una nuova civiltà.
Come sarebbe la società se nelle nostre azioni mettessimo sempre l’idea del rispetto dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani? E se nei “negoziati di pace” si mettessero al primo posto i Diritti Umani?
Sono le domande che i volontari di Uniti per i Diritti Umani e tutti gli operatori di pace si pongono, girandola a quei “grandi”, preposti a decidere delle sorti dei loro popoli e di tutto il genere umano.
Nell’attesa della risposta dei “grandi”, i volontari si adoperano attivamente per creare quel mondo dove rispetto, giustizia e solidarietà sono garantiti a tutti.
Info: www.unitiperidirittiumani.it
Ufficio Stampa
IGNAZIO RAFFAELE DERIU
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