Lavoro, Tiso (CS Iniziativa Comune): “Sfruttamento minori piaga allarmante”

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - ambiente)

Il lavoro minorile è un fenomeno globale che, nonostante i progressi compiuti nel riconoscere i diritti dei bambini, continua a rappresentare una grave violazione dei diritti umani. Con questo termine si intende qualsiasi attività lavorativa svolta da minori al di sotto dell’età minima legale stabilita dai diversi ordinamenti nazionali e dalle convenzioni internazionali.

Ma cosa si cela dietro questa realtà? Le radici del lavoro minorile sono profonde e complesse: da povertà e disuguaglianza economica alla assenza di istruzione, dalle crisi umanitarie e conflitti, alla (non) efficacia delle norme sociali e culturali. Il lavoro minorile, inoltre, ha effetti devastanti sui più piccoli, sia dal punto di vista educativo, fisico e psicologico, portando stress, ansia e mancanza di una normale socializzazione e compromettendo il loro sviluppo emotivo.

Il lavoro minorile infatti non solo priva i bambini dei loro diritti fondamentali, ma perpetua anche il ciclo della povertà, poiché i minori non istruiti avranno maggiori difficoltà a trovare un impiego dignitoso da adulti. Anche l’Italia, pur essendo un paese sviluppato, non è immune da questo problema. Secondo stime recenti, il fenomeno coinvolge bambini italiani e migranti, soprattutto in settori come l’agricoltura, commercio e lavoro domestico. E si accompagna spesso all’abbandono scolastico, soprattutto nelle regioni del Sud, dove la povertà e la mancanza di opportunità educative sono più diffuse.

Cosa fare per affrontare efficacemente la questione? In primis, serve un approccio integrato: rafforzamento dell’istruzione, supporto economico alle famiglie, monitoraggio concreto e conseguenti sanzioni, e ultimo ma non ultimo, lavorare sulla sensibilizzazione, promuovendo campagne per educare la società. In conclusione, il lavoro minorile non è solo una violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. È responsabilità delle istituzioni, delle famiglie e della società civile unirsi per eliminare questa piaga, garantendo a ogni bambino il diritto a crescere, studiare e costruire un futuro dignitoso. Solo così potremo sperare in una società più giusta e prospera”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.