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Economia

Innocenzo Cipolletta, Economista Italiano, parla al Circolo della Stampa di Forli' - Cesena

Evitare che la caduta delle attività si trasformi in caduta di consumo. Dibattito sulla crisi economica in atto.
, (informazione.it - comunicati stampa - economia) Un’ incontro educativo e stimolante quello tenutosi il 29 gennaio alle ore 20.30 al Circolo della Stampa FC di via Marcolini 4. Ospite d’ onore l ‘ illustre Prof. Innocenzo Cipolletta ( ora Presidente delle FFSS, ex Presidente di Confindustria) e tra gli oratori anche l’ Avv. Pier Giuseppe Dolcini della Fondazione CASSA DEI RISPARMI DI FORLI’ e i giornalisti Zoli Roberto e Dell’ Amore Flavio. Larga partecipazione di autorità del settore ( CNA, Confartigianato, Camera di Commercio, Professori della Facoltà di Economia di Forlì ) e della cittadinanza forlivese. La premessa di Flavio Dell’ Amore ha dato l’ avvio al tema proposto : “ 80 anni dopo la crisi del ’29 un’ altra crisi economica mondiale. Un viaggio attraverso il sistema impresa e famiglia, viviamo una recessione o una contrazione?”. Secondo il New York Times questa crisi è costata agli Stati Uniti come la seconda guerra mondiale ( il doppio della Guerra in Vietnam).

 

Barroso la definisce la prima vera crisi dell’ era della globalizzazione. Il Prof. Cipolletta ha iniziato il dibattito parlando del sistema finanziario, ribadendo più volte che la prima crisi globale da cui trarre insegnamento fu soprattutto quella petrolifera della metà degli anni ’70, che colpì tutti i paesi quadruplicando il costo a barile. Il calo della produzione fu all’ epoca del 15% in 14 mesi (oggi 13% in 3 mesi e probabilmente entro il termine del 2009 sarà attorno al 20%). Da quella crisi nacque un mondo squilibrato : i paesi possessori di petrolio si arricchivano smisuratamente e i paesi importatori si indebitavano.

 

Conseguentemente si svilupparono : DEREGOLAMENTAZIONE, STAGNAZIONE e INFLAZIONE. Per circa trent’ anni questa è stata la situazione ora occorre riorganizzare il paese. Lo Stato si è indebitato sempre più anche con l’ emissione di titoli quali BOT e CCT ….negli ultimi decenni appariva migliore il guadagno con i movimenti finanziari che con il lavoro.

 

“ Ci eravamo trasformati in un piccolo popolo di banchieri” sottolinea Cipolletta, nell’ ultimo anno è precipitato tutto, questo fenomeno pur vantaggioso andava regolato per non cadere nell’ eccesso come poi effettivamente è stato.

 

Tornando al panorama americano da cui si è scatenato il tutto, la crisi è derivata da un’ estrema fiducia nella FINANZIARIZZAZIONE spendendo più di quanto si guadagnasse… ( BUSH : L’ America deve avere un popolo di proprietari ) azionando così un circolo vizioso di prestiti, anche l’ Italia ha seguito questa prospettiva.

 

Il processo di FINANZIARIZZAZIONE dell’ economia mondiale è iniziato nell’ ultimo quarto del 20° secolo, è stato caratterizzato da una rinnovata ed accresciuta importanza del capitale finanziario, libero di spostarsi senza vincoli tra i mercati mondiali, dall’ aumento dei tassi d’ interesse a lungo termine, a vantaggio dei rentiers ma a detrimento delle condizioni occupazionali in tutto il mondo e delle possibilità di sviluppo delle economie arretrate.

 

Questo processo ha comportato un aumento dell’ instabilità dell’ economia mondiale negli anni ‘80/’90, fino all’ odierna crisi dei mutui subprime statunitensi, che minaccia la recessione su scala mondiale. Accompagnato al fenomeno della finanziarizzazione, si è citato anche il processo di CARTOLARIZZAZIONE ( cessione di attività o beni di una società-originator , attraverso l’ emissione e il collocamento di titoli obbligazionari, il credito viene ceduto a terzi e il rimborso dovrebbe garantire la restituzione del capitale e degli interessi, ma se il credito diviene inesigibile, chi compra i titoli cartolarizzati perde sia gli interessi che il capitale versato) e dell’ eccesso di cultura azionaria a discapito di cultura, sanità e servizi che offrono sviluppo al territorio.

 

A tale proposito è intervenuto l’ Avv. Dolcini aprendo una riflessione sulla società, la quale non è caratterizzata solo dall’ ambito economico-produttivo ma che è anche frutto di interazioni tra cultura, sanità e servizi quali promotori di sviluppo.

 

In ogni caso la finanza resta un punto focale della società, in quanto, come affermato da Cipolletta : “ la cultura è economia, la sanità è economia e porta allo sviluppo, è un filo conduttore”.

 

“ Purtroppo” come hanno sostenuto sia Dolcini che Cipolletta “la crisi si ripercuote nell’ immediato sulle Fondazioni, enti importanti proprio per il loro carattere di stimolatrici dello sviluppo sociale-comunitario.“

 

Per battere la crisi occorre un’ industria del “ su misura “, la caduta del mercato odierna non è una caduta di povertà ma di paura, questo è supportato dai dati rilevati nel 2008, che dimostrano un buon modello di crescita con tassi di disoccupazione nazionale del 6% in media il più basso degli ultimi anni. Questa la tesi sostenuta dall’ “ANTIDECLINISTA” Cipolletta. Per evitare che l’ attuale recessione peggiori trasformandosi in qualcosa di irreversibile che causi realmente povertà non bisogna fermare l’ economia e la produzione memori ad es. degli errori di gestione delle crisi del ’29 e quella petrolifera degli anni ’70 : ” non si deve aspettare che la bolla si riassorbisca da sola e non ci si deve isolare nel proprio angolo incuranti di ciò che accade”.

 

“ In ogni caso” ha aggiunto l’ economista Cipolletta, “ occorrono politiche di sostegno alle imprese. La soluzione è prevedere un intervento pubblico nelle Banche e nelle imprese, a carattere TEMPORANEO”. Conclusivamente si è trattato delle Ferrovie italiane, di cui attualmente Cipolletta è Presidente e che ha riportato all’ attivo, facendo paragoni tra il trasporto su ferro e quello su gomma.

 

Il sistema ferroviario italiano è stato costruito tra la fine del 1800 e l’ inizio del 1900 quindi ad oggi ha ancora 400 scali mentre in realtà ne servirebbero solo 80, ha supporto di tale sisteme un po’ antiquato si stà ultimando l’ opera dell’ alta velocità che già dal prossimo anno collegherà le principali città italiane per garantire un trasporto merci più sicuro e veloce.

 

È per questo che sarebbe auspicabile incrementare il trasporto merci su ferro, come fanno gli altri paesi europei.

 

Infatti in molti paesi della CE sono attive politiche di controllo e tasse per chi usufruisce del trasporto su gomma, questo perché il trasporto su gomma è più pericoloso dati gli orari effettivi che i trasportatori sostengono alla guida.

 

L incontro è stato piacevole ed interessante, in quanto, nonostante la difficoltà delle tematiche trattate, la discussione era comprensibile anche a chi non è del settore e il clima intimo e amichevole del circolo della stampa, dove ha avuto luogo la discussione, la cordialità dei relatori e l attivismo degli intervenuti nel fare domande hanno creato la giusta atmosfera per una migliore coscienza cittadina, nazionale e mondiale.

 

VALENTINI Stefania
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