“IN ARTE SON CHISCIOTTƏ", spettacolo teatrale di Samuele Boncompagni liberamente ispirato al Don Chisciotte al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano (RN)

in un teatro vuoto e aperto, quello che la Compagnia chiama "Un teatro da tavolo", dove tutto è a vista e tutto si specchia, memoria del teatro delle origini, due attrici, quattro musicisti e un tecnico provano di mettere in scena il Don Chisciotte di Cervantes.
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

IN ARTE SON CHISCIOTTƏ spettacolo teatrale di Samuele Boncompagni liberamente ispirato al Don Chisciotte al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano (RN).

“Io so chi sono, e chi posso essere, se voglio”
Don Chisciotte, Miguel de Cervantes

“Don Chisciotte gioca una grande sfida alla realtà”
Il Genio, Harold Bloom

“La fantasia è quel posto dove ci piove dentro”
Lezioni americane, Italo Calvino.

“IN ARTE SON CHISCIOTTƏ", in un teatro vuoto e aperto, quello che la Compagnia chiama "Un teatro da tavolo", dove tutto è a vista e tutto si specchia, memoria del teatro delle origini, due attrici, quattro musicisti e un tecnico provano di mettere in scena il Don Chisciotte di Cervantes.

 Così che le due Dulcinee diventano Chisciotte ed entrano in questa fantastica storia,, trasportate dalla fantasia e dalla creatività.

Ma, le due, "contro quali mulini a vento si muoveranno? E i giganti?"... Che non siano quelli “della montagna"...!
E qui tutto è imprevedibile, diretto ed istantaneo.

" Il Chisciotte rovesciato proposto da Officine della Cultura è un intreccio di linguaggi, nato in un periodo storico particolarmente difficile per l’arte e gli artisti dove tutto si è dovuto ripensare, che ha consentito alla compagnia di andare in scena anche nei giorni dell’inabitabilità degli spazi dedicati allo spettacolo dal vivo e al pubblico di immergersi nei dettagli di un “teatro da tavolo” in grado di portarlo, pur attraverso la visione mediata di una “diretta audiovisiva”, direttamente dentro ai sogni e alle visioni del Cavaliere dalla trista figura".

Gran parte dello spettacolo viene rappresentata su tavoli disposti a ferro di cavallo e con l’uso di linguaggi narrativi diversi: giochi di ombre, pop up, oggetti animati dalle attrici o direttamente dalla scenografa che li ha costruiti.
La musica è suonata dal vivo, come d’obbligo nelle produzioni a marchio Officine della Cultura.
Anche il macchinista/elettricista è in scena per gestire “a vista” luci ed effetti speciali. Due video-operatori inquadrano ciò che accade sia sopra che fuori dai tavoli e una regia video porta il pubblico, di volta in volta, dentro e fuori dal gioco, raccontando in diretta l’immaginario e svelandone il segreto.

 

 Le musiche hanno sempre un ruolo determinante nelle produzioni Officine della Cultura, qui sono suonate dal vivo da quattro musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo; in fondo oggi, tra i torti da raddrizzare c’è anche quello di una società poco propensa all’accoglienza del diverso, dello “straniero”. La colonna sonora è stata composta da Massimo Ferri, scritta e cucita attorno al testo. È di supporto ma non di sottofondo, contribuisce a farci immergere nel sogno senza essere mai didascalica. È composta come una suite, variando e intrecciando poche melodie che si rincorrono e si sovrappongono, e mantiene una tonalità unica alternando modi maggiori e minori, tempi pari e tempi dispari… anche molto dispari! .

 

 

Nota di regia

 "Annus horribilis 2020, in piena pandemia e confusione mentale. Unica speranza trovare un’idea per sopravvivere artisticamente. Grazie all’immaginazione ci siamo riusciti ed abbiamo creato un Don Chisciotte che è sempre più attuale e sempre più sognatore. La messa in scena è allo stesso tempo semplice e complessa, così come gli argomenti trattati. Un percorso fatto da tutta la compagnia, dall’ideazione alla creazione fino alla messa in scena. Tre piani di lettura che si incrociano, tre tecniche visive che si miscelano. Parleremo di sogni, di avventure, di speranze, di fallimenti ma anche di come il teatro possa riassumere tutto questo. Di come possa rappresentare ed essere “la Vita”. Parleremo di “genere”, di violenza, di diritti, di donne e di riscatto. Di giustizia. Per arrivare a capire che siamo donne e uomini che vivono in un territorio da condividere, in un mondo da condividere, in una realtà da condividere. Nessuno sovrasta l’altro, tutti accolgono tutti. Un mondo che andrà contro a chi lo vuole annientare, in cui la natura tornerà a impossessarsi del proprio spazio, un mondo dove gli ultimi hanno più importanza dei primi. Il Teatro continuerà a vivere comunque. Annus horribilis 2021… andiamo in scena (Luca Roccia Baldini).

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Officine della Cultura
con il contributo della Regione Toscana e del Ministero della Cultura
con il patrocinio di AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo

“IN ARTE SON CHISCIOTTƏ

di Samuele Boncompagni
liberamente ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes
studi e documentazioni Stefano Ferri

con Luisa Bosi, Elena Ferri
musiche di Massimo Ferri
eseguite dal vivo dai solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo
Luca Roccia Baldini basso, cajon
Massimo Ferri chitarra, oud, mandolino
Gianni Micheli clarinetto, fisarmonica
Mariel Tahiraj violino
scenografa in scena 
Lucia Baricci
tecnico in scena 
Paolo Bracciali

regia Luca Roccia Baldini
fonico Gabriele Berioli
regia live streaming Piefrancesco Bigazzi e Giulio Dell’Aquila (Materiali Sonori)
assistente alla regia Stefano Ferri

Ufficio Stampa