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Arte e Cultura

"OGNI LUOGO È UN DOVE", uno spettacolo tra parole e musica, scritto da Marco Aime.al DAMSLab/Teatro

Con Marco Aime (Drammaturia e voce), Massimo Germini (Chitarra classica e voce), Eleni Molos (Voce). Martedì 12 dicembre 2023, ore 21, piazzetta Pasolini 5/b, Bologna
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 Martedì 12 dicembre, alle ore 21, sul palco del Teatro DAMSLab andrà in scena “Ogni luogo è un dove” uno spettacolo tra parole e musica scritto da Marco Aime, che ne è anche voce narrante, insieme a Massimo Germini, autore delle musiche e chitarrista e a Eleni Molos, attrice, cantante e rumorista. L’appuntamento è inserito nell’ambito del progetto La Soffitta 2022-24 – Bologna crocevia di culture

Marco Aime

 antropologo e docente di Antropologia culturale all’Università di Genova, sarà il protagonista e la voce narrante di un viaggio nello spazio, per raccontarci quanta strada calpestano gli uomini per attraversare cieli, muri, deserti e mari, per affermare il proprio diritto e desiderio di vita. Incontriamo “lo straniero” e in ogni brano, in ogni canto, lo sentiamo più vicino: è la madre che culla il figlio mentre fugge dalla Libia, è il bambino che non ce l’ha fatta a raggiungere la sua terra promessa, ma che ci parla forte con la sua pagella cucita tra i vestiti, è il migrante che raccoglie la frutta sotto il sole cocente dell’estate. A poco a poco, questo viaggio nello spazio si trasforma in un viaggio nel tempo, perché anche noi siamo stati migranti, perché tutta l’umanità è in cammino, da sempre, in un susseguirsi di strappi, conflitti, incontri, esili, ritorni.

 

Un percorso di poesia e musica, nato dalle parole di Marco Aime, raccontate dall’autore, dall’attrice Eleni Molos e dal musicista e compositore Massimo Germini.

 

Lo spettacolo sarà a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

 

Marco Aime

 (Torino, 1956) insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale e ha affrontato temi come la costruzione dell’identità e il razzismo. Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato: Eccessi di culture (Einaudi, 2004), L’incontro mancato (Bollati Boringhieri, 2005), Comunità (il Mulino 2019); Classificare, separare, escludere. Razzismi e identità (Einaudi 2020).

È autore anche di alcune opere di narrativa: Taxi brousse (Stampalternativa, 1997, II ed. 2001); Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita spiegati ai bambini (EMI, 1999); Tra i castagni dell’Appennino (Utet, 2014), Gina (2018).

 

Massimo Germini

Nasce a Limbiate (Monza Brianza) il 28 ottobre 1962. Chitarrista e compositore, da trent’anni svolge un'intensa attività concertistica, collaborando con artisti delle più svariate estrazioni e contaminando così la propria tecnica chitarristica. Oltre alle chitarre, suona strumenti a corda tipici della tradizione popolare italiana e straniera (mandolino, mandola, liuto cantabile, charango, bouzuki).

Anche grazie all’incontro con Lucio Fabbri all’Entropia di Milano, iniziano nei primi anni novanta le sue collaborazioni importanti, tra cui quella con Grazia Di Michele, con la quale ha calcato le scene per diversi anni. Nel 2002 viene chiamato da Roberto Vecchioni a suonare nel tour estivo legato alla pubblicazione dell’album “Il lanciatore di coltelli” e, dopo una breve interruzione, i loro rapporti umani e artistici si consolidano, proseguendo stabilmente tutt’oggi, non solo per l’attività concertistica. Fondamentale è il contributo di Massimo Germini alla parte musicale degli ultimi album del cantautore: “Chiamami ancora amore”, “Io non appartengo più”, “Canzoni per i figli” e l’“Infinito” (disco d’oro nel 2018), nei quali la chitarra è strumento portante. In una intervista rilasciata alla rivista Vinyl del 5 gennaio 2019, Roberto Vecchioni si esprime in questi termini sulla loro collaborazione: “Massimo Germini è il mio chitarrista storico: conosce tutte le mie canzoni, più di me. È un grande musicista che insegna nelle carceri, canta bene, fa le prove lui al posto mio e sa eseguire qualsiasi cosa io possa avere in mente. Da quando lo conosco ho smesso di suonare. Io non sono un grande chitarrista ma con lui sono già a posto”.

Da tanti anni Massimo Germini presta le sue chitarre all’intenso progetto musicale di Giovanni Nuti, artista sensibile e raffinato di grande spessore che ha musicato alcune tra le più belle poesie di Alda Merini, la quale, ancora in vita, prendeva direttamente parte agli spettacoli. Al progetto, da cui sono nati alcuni dischi, hanno nel tempo collaborato Milva, Valentina Cortese, Lucia Bosè, Simone Cristicchi e, da ultimo, Monica Guerritore. Della grande poetessa Massimo Germini dice: “Alda Merini è stata sicuramente una persona con una marcia in più. Era impressionante anche solo lo sguardo, tanto era comunicativo. Alda aveva la capacità di dire sempre qualcosa di profondo e intelligente, e non risultare mai scontata e banale. Sicuramente il fatto di averla conosciuta è stato un dono prezioso” (così nell’intervista rilasciata a Francesca Bignami nel 2015 per L’Isola che non c’era, “... con i segni di chitarra che mi rigano la vita”).

Sempre in ambito teatrale, Massimo Germini ha curato l’esecuzione delle musiche e gli arrangiamenti musicali degli spettacoli “Musicalmente scorretto” e “Ce n’est qu’un début” di Giangilberto Monti nei primi anni 2000, “Di là del mare” di Kaballà nel 2013 (con Mario Saroglia), “Libertà è partecipazione” (con Helena Hellwig e Paolo Jachia) nel 2015, “Ma sono mille Papaveri Rossi” nel 2015 e “Wind Blow” nel 2019 di Ivana Ferri per il Tangram Teatro di Torino, compagnia con cui collabora attivamente. Dal 2017 partecipa inoltre alle pièce teatrali di Syria, “Bellissime”, tributo alla canzone italiana al femminile e “Perché non canti più”, omaggio a Gabriella Ferri con la regia di Pino Strabioli (di quest’ultimo spettacolo Massimo Germini ha curato la direzione musicale unitamente a Davide Ferrario).

Attualmente Massimo Germini è impegnato – oltre che con la tourneé di Roberto Vecchioni “L’Infinito tour” – anche con lo spettacolo teatrale sull’accoglienza, “Ogni luogo è un dove”, scritto da Marco Aime, il quale contiene otto sue canzoni che canta direttamente in scena. Parallelamente, porta in scena, con Ettore Bassi, lo spettacolo teatrale “Il mercante di luce” prodotto dal Tangram Teatro di Torino, adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Roberto Vecchioni a cura di Ivana Ferri, nel quale esegue dal vivo le musiche originali da lui stesso composte. Dal 2024 ritornerà in teatro anche lo spettacolo “Perché non canti più” di Syria, con la regia di Pino Strabioli e la direzione musicale e l’accompagnamento chitarristico di Massimo Germini. A questi progetti si aggiungerà lo spettacolo “Tutta colpa sua” di e con Pietro Pignatelli, di cui Massimo Germini ha pure composto le musiche originali, che eseguirà dal vivo.

Innumerevoli le ulteriori collaborazioni live di Massimo Germini: Nicola di Bari, Susanna Parigi, Mario Incudine, Cecilia Chailly, Patrizia Cirulli, Giorgio Faletti, Rossana Casale, Gianni Morandi, Ricchi e Poveri, Mauro Pagani, Mauro Ermanno Giovanardi, per citarne solo alcuni.

Numerosissime pure le sue partecipazioni come strumentista in produzioni discografiche, colonne sonore cinematografiche (“Il cosmo sul comò” di Aldo Giovanni e Giacomo, “Zoe’” di Giuseppe Varlotta, “Un figlio di nome Erasmus” di Alberto Ferrari), video musicali, jingle pubblicitari, manifestazioni, festival, rassegne e spettacoli televisivi, trasmissioni radiofoniche. Nel 2022 un suo brano, scritto con Paolo Fiorucci, “Il Cielo degli Orsi”, è stato scelto per il film documentario “L’Ors” di Alessandro Abba Legnazzi, presentato al Bellaria Film Festival 2022 e al Trento Film Festival 2023.

Massimo Germini ha all’attivo due dischi di musica strumentale (“Fuoco” e “Corde e Martelli”, quest’ultimo composto con il pianista Diego Baiardi) e un disco cantautorale (“Qualcosa di Familiare”, nome tratto dal singolo che ospita anche il feat di Roberto Vecchioni), che gli è valso, nel 2023, il Premio nazionale Franco Enriquez nella sezione Grandi interpreti. Nel 2022 ha inoltre inciso, con Paolo Marrone, l’album-tributo a Roberto Vecchioni “E invece non finisce mai”, di cui ha curato anche arrangiamenti e direzione musicale.

Ha inoltre curato le produzioni artistiche degli album “Dai tempi duri alla Carboneria” (con Lucio Fabbri) ed “Erba, vento e fuoco” di Carlo Facchini e La Carboneria, “È così che va” e “Come sempre” di Icio Caravita, “Basta unire i puntini” di Alberto Caramella Foà, “Pura come una Bestemmia” e “La figlia di Dio” di Rossella Seno, alcuni dei quali comprendono sue composizioni originali. Il suo brano “Alla Marylin Morrò”, composto con Helena Hellwig e Matteo Passante, ha vinto nel 2015 il 1° Premio al Festival Botteghe d’Autore e ben tre premi (il Premio della Critica, il Premio per la miglior interpretazione e il Premio per il miglior testo) al Concorso Nazionale per Cantautrici “Io sono un’isola” Bianca d’Aponte.

La sua lunga esperienza professionale lo ha reso un cultore appassionato della musica d’autore, tanto da guadagnarsi grande stima tra gli addetti ai lavori, che da anni lo coinvolgono in convegni ed eventi culturali (come la Fiera delle Parole), oltre che in rassegne musicali (Premio Bianca d’Aponte, L’artista che non c’era, Premio Andrea Parodi), alle quali prende parte in qualità di giurato.

Nel 2023 è stato ospite al Festival La Gaberiana di Firenze, curato da Andrea Scanzi, e alla Fiera delle Parole di Padova, dove ha presentato il proprio disco “Qualcosa di familiare”, oltre ad accompagnare Roberto Vecchioni nell’evento conclusivo della prestigiosa Rassegna.

La passione per la musica italiana d’autore ha inoltre determinato la collaborazione di Massimo Germini, a partire dal 2016, alla cattedra di Roberto Vecchioni “Forme di poesia in musica” presso l’Università di Pavia. Da questa esperienza didattica è nato il libro “Canzoni”, edito da Bompiani nel 2021, scritto da Massimo Germini con il Prof. Paolo Jachia e con la Prefazione dello stesso Roberto Vecchioni. Suoi contributi compaiono pure nei libri “Non avrai altro Dio all’infuori di me spesso mi ha fatto pensare – La Buona Novella di Fabrizio di André, 50 anni dopo” di Mario Bonanno, edito nel 2020 e “E pensare che c'era Giorgio Gaber” di Andrea Scanzi, edito nel 2022.

Massimo Germini ha sempre coltivato, oltre all’attività da musicista, l’attività didattica, collaborando con istituti ed enti pubblici e privati e prestando la propria opera di educatore nelle carceri di Monza, Opera e Parma, dal 2016 al 2019, nell’ambito del meritorio progetto ideato da Franco Mussida “CO2 - Musica in carcere”, progetto insignito dal Presidente della Repubblica con la Medaglia di Rappresentanza nel 2017.

 

Eleni Molos

Dopo gli studi filosofici, entra nel Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti; partecipa a produzioni del Teatro Stabile e del TPE di Torino, del Piccolo Teatro di Milano, del Teatro Franco Parenti. Lavora stabilmente con Fonderia Mercury (Sergio Ferrentino), per la realizzazione di audiodrammi in teatro.

All’attività teatrale alterna la collaborazione sia come attrice che con attività di ricerca per Enti come il Polo del 900, l’Università degli Studi di Torino, Radio24, RSI (Radio Svizzera Italiana). Collabora alla scrittura di manuali di Filosofia con le edizioni La Scuola SEI, scrive per L’Indice dei libri del mese e lavora per il Premio Italo Calvino.

Scrive e realizza podcast (VOIS, Aboca Edizioni, Boiron).

Partecipa come attrice e organizzatrice a Festival di teatro e letteratura (Art Site Fest, Fuoriluogo - Biella, Storie di un angelo ferito – Cetona, Luoghi Comuni – Cuneo).

Con l’Associazione Aquilegia, si propone di conservare e sviluppare l’eredità creativa di Guido Ceronetti. Ha recentemente curato la mostra su Guido Ceronetti Consolare l’universo, presso gli Archivi di Stato di Torino, e il ciclo degli Art Site Talk con Aboca Edizioni presso il Museo Lavazza (Torino).

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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