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Il Trittico di Giacomo Puccini nella visione del regista Pier Francesco Maestrini e con Roberto Abbado sul podio dell’Orchestra del Comunale di Bologna

La nuova produzione in scena fino al 12 Luglio 2024 al Comunale Nouveau di Bologna
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Comunale Nouveau di Bologna la nuova produzione, in prima assoluta, del Trittico di Giacomo Puccini nella visione del regista Pier Francesco Maestrini e con Roberto Abbado sul podio dell’ Orchestra del Comunale,  terzo omaggio in stagione del Teatro felsineo al compositore toscano nel centenario della scomparsa.

 Le tre opere in un atto che lo compongono, Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, originariamente pianificate dalla Fondazione lirico-sinfonica felsinea in esecuzioni separate, sono riunite in quattro serate,  al Comunale Nouveau, alle ore 20, e fino al 12 luglio.
Lo spettacolo è coprodotto con il Teatro Verdi di Trieste.

L’idea del regista Maestrini  di accostare i tre atti unici pucciniani alle tre cantiche della Divina Commedia – Inferno, Purgatorio, Paradiso – nasce proprio da uno dei primissimi progetti dello stesso compositore..


Puccini lavorò alla prima opera de Il Trittico, Il Tabarro fino a novembre 1916, ma passò un anno prima che fossero trovati i soggetti delle altre due opere i cui libretti non furono scritti da Adami. Fu, infatti, Giovacchino Forzano a suggerire al compositore l’argomento della seconda opera da lui trattato in un vecchio dramma scritto per una compagnia di attori itineranti la cui protagonista era una suora che, venuta a conoscenza della morte del figlio avuto da una precedente relazione peccaminosa, si uccide. Nacque così Suor Angelica nella cui musica Puccini cercò di ricreare l’atmosfera conventuale conosciuta attraverso le visite nel monastero dove era suora sua sorella Iginia e dove suonò l’opera, una volta completata, il 14 settembre 1917, per verificarne l’effetto prodotto sulle monache. Forzano, infine, trovò anche il soggetto dell’ultima opera che egli trasse dal XXX Canto dell’Inferno di Dante e in particolar modo dalla terzina:

«E l’Aretin che rimase, tremando /mi disse: “Quel folletto è Gianni Schicchi, / e va rabbioso altrui così conciando”», nella quale si evoca la figura di Gianni Schicchi, un uomo che, con un imbroglio, si assicurò la migliore mula di Buoso Donati.

Puccini era molto esigente sia nella scelta dell’argomento, sia poi nella definizione puntuale della versificazione, che doveva risultare idonea alle sue intenzioni di compositore. Per il Gianni Schicchi, l’idea del soggetto fu di Forzano, scrittore assai dotto e profondo conoscitore della letteratura italiana e della Commedia dantesca in particolare. Il personaggio di Gianni Schicchi è posto da Dante nel fondo dell’Inferno, tra i falsificatori di persone.

La vicenda di Gianni Schicchi, che fornisce la base del libretto di Forzano, non si basa però esclusivamente sui versi danteschi, estremamente scarni nella loro sinteticità, ma su una ricca, secolare tradizione fiorentina e toscana ed in particolare, su un testo articolato, il Commento alla Divina Commedia d’Anonimo fiorentino del secolo XIV, stampato a cura di Pietro Fanfani nel 1866, che riportava molti particolari poi ampiamente ed efficacemente sfruttati sia a livello letterario sia a livello musicale.

Alla fine dell’opera Gianni Schicchi pronuncia queste parole:
"Per questa bizzarria m’ han cacciato all’inferno... e così sia; ma, con licenza del gran padre Dante, se stasera vi siete divertiti, concedetemi voi… (Fa il gesto di applaudire.) l’attenuante! "
(Si inchina graziosamente.)
Con questa uscita finale Gianni Schicchi, dal proscenio, rompe l’illusione teatrale e, ricollegandosi alla commedia dell’arte e all’opera buffa, regala al pubblico l’ultimo capolavoro dell’umorismo operistico italiano situandosi pienamente in una prospettiva novecentesca.

Al Comunale Nouveau tutto questo si tiene, a partire dalla perfetta esecuzione dell'Orchestra del Comunale, guidata da Roberto Abbado, vincitore nel 2008 del “Premio Abbiati” e direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna.
 Il Maestro Abbado sarà poi impegnato anche nella Stagione Sinfonica in corso il prossimo 9 dicembre al Manzoni.

E così per quanto riguarda le scene firmate da Nicolás Boni, i costumi di Stefania Scaraggi e le luci di Daniele Naldi che richiamano direttamente le 136 illustrazioni di Gustavo Dorè, nella sua descrizione del viaggio immaginario di Dante veso una nuova vita, così legata alla morte nella visione dell'ultimo Puccini (seguirà poi l'incompiuta Turandot) nel dramma dell'inizio del 900:

"e aspettar così la morte ch'è il rimedio dia ogni male!" (Frugola, ne Il Tabarro)
"La morte è vita bella!" (Suor Amgelica).

Si inizia con la cupa vicenda del Tabarro sulle chiatte della Senna – su libretto di Giuseppe Adami tratto da La Houppelande di Didier Gold – vede alternarsi nelle diverse date i baritoni Franco Vassallo e Dario Solari nei panni di Michele, i tenori Roberto Aronica e Mikheil Sheshaberidze in quelli di Luigi e i soprani Chiara Isotton e Amarilli Nizza nelle vesti di Giorgetta. Completano il cast Cristina Melis (Frugola), Xin Zhang (Tinca), Luciano Leoni (Talpa), Marco Puggioni (Venditore di canzonette), Tatiana Previati e Cristobal Campos come i due amanti.

Chiara Isotton e Amarilli Nizza si alternano, poi, come protagoniste nel ruolo del titolo in Suor Angelica, toccante e spietata opera su libretto di Giovacchino Forzano ambientata in un monastero alla fine del Seicento. La Zia Principessa è il soprano Chiara Mogini, Manuela Custer è la Badessa, Federica Giansanti la Maestra delle Novizie, mentre Vittoriana De Amicis, Elena Borin e Laura Cherici sono rispettivamente Suor Genovieffa, la Suora Zelatrice e la Suora infermiera.

Infine Gianni Schicchi, protagonisti il baritono Roberto de Candia nel ruolo del titolo, i tenori Giorgio Misseri e Giuseppe Castoro che si alternano come Rinuccio e il soprano Darija Auguštan come Lauretta. Completano il cast Manuela Custer nei panni di Zita, Vittoriana De Amicis in quelli di Nella, Laura Cherici come La Ciesca. Tra i personaggi maschili le voci di Luciano Leoni come Betto di Signa, di Mattia Denti come Simone e di Michele Patti come Marco. 
 L’Orchestra, il Coro preparato da Gea Garatti Ansini, e il Coro di Voci Bianche istruito da Alhambra Superchi sono quelli del TCBO.

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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