Vuoi diventare un giornalista di ”grido” in Italia? Mostra la fidelity card!

Nel mondo del giornalismo vi sono -per lo scrivente- ancora molte anomalie e/o aspetti che rendono la professione meno trasparente e più incline a diverse interpretazioni.
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Milano, (informazione.it - comunicati stampa - sport) Accade che, dopo la sconfitta della Juventus contro il Real Madrid e la conseguente partita da parte del club bianconero di un trofeo che avrebbe dato prestigio al calcio italiano ed alla Vecchia Signora, vi sono state alcune manifestazioni goliardiche e festeggiamenti vari da parte di qualche tifoseria ostile ai colori bianconeri.

A questi eventi vi sono state alcune prese di posizioni da parte di alcuni giornalisti:

Scrive su Twitter il giornalista Paolo Bargiggia: “Siete solo un popolo bue che merita la sottomissione: sapete solo godere delle disgrazie altrui. In questo caso della Juventus. Tristi! Il problema vero è che almeno il 99% di quelli che godono delle cadute altrui, nella vita sono dei Signor Nessuno, mai primi in niente…”.

… ed ancora:

Claudio Zuliani a Juventus Tv dopo la sconfitta dei bianconeri nella finale di Champions si è sfogato attaccando i gufi di serata: “Bisogna saper accettare le sconfitte. Chi arriva secondo o terzo stappa lo Champagne, quando l’anno prossimo saranno quinti, sesti perchè i cinesi vi passano davanti. Noi saremo sempre qui a vincere lo Scudetto, facendo grandi campagne acquisti. Noi continuiamo a vincere titoli, magari perderemo altre finali, ma cresceremo nel fatturato e torneremo lì. Voi quinti, sesti, il buio… magari i presidenti vi abbandonano perchè non gli fanno fare lo stadio ed andate in B. Noi siamo sempre qui, magari presentiamo Higuain e vi prendiamo altri vostri giocatori. Questo vi meritate. Qui c’è Torricelli, lo chiamano ancora per le finali, i vostri non li chiamano, non sono manco andati in finale. Non avete il problema del telefono. Pure ai tifosi juventini, due finali in 3 anni, campioni d’Italia, gli altri devono trovare la bandiera di altre squadre. Non possono tifare la loro perchè perde. Bisogna avere pietà di questi poveretti. Se vi va di sfiga a voi juventini vanno due titoli su tre, gli altri devono cambiare colori e storia”.

Ben comprendendo che la sconfitta della Juventus nella finale di Champions League è stata un’occasione persa per riportare in Italia il prestigioso titolo continentale, bisognerebbe ricordare che il tifo –a livello calcistico- in tutto il Mondo è irrazionale. Esercitato senza alcune violenza fisica e verbale, però, è legittimo in tutte le sue manifestazioni.

Ad educare i tifosi dovrebbero essere –in primis- i media ben consci delle responsabilità di cui sono investiti nel momento in cui si siedono dietro ad una scrivania, allorquando devono spogliarsi dell’abito da tifoso e vestire quello del giornalista super partes per poter osservare la dovuta onestà intellettuale e l’indispensabile etica professionale.

Educare significa anche comprendere! Comprendere ciò che si nasconde nei meandri del tifo. Significa, inoltre, non giustificare in toto ogni manifestazione, anche lecita che sia, ma analizzare, abbassare i toni, fornire degli utili consigli e non adoperare un linguaggio che potrebbe aizzare, magari involontariamente ‘’una o più tifoserie’’.

Dopo la sconfitta della Juventus contro il Real Madrid, vi sono state reazioni di un certo tipo da parte di alcune tifoserie.

Lo scrivente ha sempre preso sempre le distanze da manifestazioni che esulano da un contesto sportivo, ma dovendo garantire tutte le squadre ed il calcio italiano, non ha mai abbandonato gli abiti da giornalista per indossare quelli di difensore d’ufficio di una determinata squadra.

Sembra che in Italia –lasciatemi passare la battuta…- per poter scrivere su una grande testata, per avere una notevole risonanza mediatica in tutto il circuito calcistico nazionale oppure fare cronaca ed opinionismo sulle tv nazionali e locali, debba essere inserito nel proprio Curriculum Vitae, una fidelity card che attesti –magari all’insaputa della Società e senza alcun responsabilità del club in questione- la propria ideologia calcistica.

Vincenzo Vitiello --- EuropaCalcio.it

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