Malati oncologici al tempo del coronavirus

In questo momento di emergenza globale i pazienti oncologici si trovano a dover affrontare una doppia sfida: combattere la loro patologia oncologica e preservarsi per evitare di contrarre il coronavirus (covid 19). Parlano i medici dell'Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande (Catania)
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Catania, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)

In questo momento di emergenza globale i pazienti oncologici si trovano a dover affrontare una doppia sfida: combattere la loro patologia oncologica e preservarsi per evitare di contrarre il virus. I pazienti oncologici, al pari degli altri soggetti affetti da condizioni di immunosoppressione, sono più a rischio di contrarre l’infezione rispetto al resto della popolazione ed in caso di contagio la gestione è più complessa; per tanto è necessaria un'attenzione maggiore per poter garantire l’ottimale livello di assistenza e di efficacia terapeutica salvaguardando la sicurezza e la protezione dal Covid 19.  Gli specialisti che si occupano di oncologia stanno combattendo tutti i giorni per garantire a ciascun paziente oncologico il miglior trattamento, sulla base della valutazione dei rischi e dei benefici.

 

Le disposizioni generali prevedono di garantire le urgenze e di differire le altre prestazioni?

Le disposizioni generali prevedono di garantire le visite urgenti su richiesta del MMG recante il codice di priorità “U” o “B”, – afferma il prof. Dario Giuffrida direttore oncologia medica dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande – mentre si consiglia di rinviare le attività ambulatoriali di follow-up per i pazienti liberi da malattia (es. follow-up a 6-12 mesi), prevedendo un triage telefonico e/o telematico dei pazienti programmati e confermando le visite ambulatoriali ritenute non differibili per necessità cliniche; nel caso di pazienti in trattamento attivo, premesso che va garantita la continuità e la tempestività dei trattamenti antineoplastici, occorre prestare ancora maggiore attenzione alle valutazioni che vengono già normalmente eseguite  in oncologia, considerando caso per caso anche la possibilità di rinvio di un trattamento, in base alle caratteristiche biologiche del tumore, al quadro clinico del paziente e ai potenziali  rischi sanitari per infezione da COVID-19.

 

Come si valuta da caso a caso? Ci sono delle linee guida?

Per favorire l’adozione di comportamenti omogenei su tutto il territorio – continua Giuffrida - e garantire la continuità terapeutica e la massima sicurezza, in aderenza alle raccomandazioni ministeriali, l’Assessorato e le Associazioni di categoria (Aiom associazione italiana oncologi medici, Sico società italiana di chirurgia oncologica, Airo associazione italiana radioterapia oncologica) hanno fornito delle linee guida, che vengono aggiornate regolarmente in base all’evolversi della situazione, a cui attenerci. Si è cercato di stabilire una scala di priorità per la presa in carico dei pazienti nelle varie fasi della loro malattia, in maniera da ottimizzare le risorse disponibili e continuare ad offrire a tutti i nostri pazienti il massimo servizio possibile. Per definire queste priorità si sono utilizzati criteri legati alla biologia delle diverse neoplasie, alle condizioni generali del paziente, alla sede del tumore ed alle caratteristiche dei trattamenti indicati.

 

Come si organizza un istituto oncologico durante l’emergenza? Che misura adotta per garantire le cure e la sicurezza?

Il nostro Istituto – afferma il Direttore Sanitario IOM dott. Giuseppe Covato – anche e soprattutto in questo periodo di emergenza, è attivo per assicurare l’assistenza ai pazienti oncologici e la funzionalità del Sistema Sanitario Regionale, nel rispetto della normativa e della sicurezza. Inoltre,  l’istituto si è messo a disposizione, attraverso i propri professionisti, per assicurare la continuità delle cure e la presa in carico dei pazienti oncologici degli ospedali impegnati in prima linea contro il covid ed evitare il sovraffollamento dei reparti. IOM sta facendo di tutto per evitare e contenere la diffusione del virus. Abbiamo adottato le opportune misure: sanificazione dei locali, triage telefonico preventivo per limitare gli spostamenti di pazienti potenzialmente contaminati, triage all'ingresso con anamnesi e controllo della temperatura corporea, uso di mascherine per i sanitari e per i pazienti. È importante che i pazienti ci aiutino rispettando le regole adattate a questo momento storico: non è consentito l'ingresso di visitatori e accompagnatori, non è consentito l'ingresso a chi ha la febbre o sintomi simil influenzali che possano far sospettare un possibile contagio o è stato a contatto con persone a rischio, inoltre si invitano tutti i pazienti a rispettare con attenzione le precauzioni anti-contagio emanate dal Ministero (rispettare le distanze di sicurezza, usare sempre la mascherina, evitare assembramenti). Confermiamo il massimo impegno a garantire l’adeguatezza, la continuità e la tempestività dei trattamenti antineoplastici, valutando, come sempre, per ogni singolo caso la più adeguata tempistica e modalità di cura. Gli interventi chirurgici oncologici, le terapie oncologiche e radioterapiche urgenti sono pertanto garantite nel pieno rispetto della sicurezza dei pazienti e degli operatori. 

 

Da un punto di vista psicologico che impatto ha il COVID 19 sui pazienti oncologici?

Il paziente oncologico – afferma la dott.ssa Maria Carmela Scriminaci resp. Servizio di psiconcologia IOM- che già si trova ad affrontare un momento di grande crisi nella sua vita (crisi individuale, familiare, esistenziale e fisica) di fronte all’insorgere di tale emergenza sanitaria, può sentirsi ancora più fragile. I pazienti riferiscono sentimenti ambivalenti; mentre da una parte hanno il timore di recarsi presso i presidi sanitari, per effettuare terapia, per paura del contagio, dall’altra esplicitano la preoccupazione che rimandando i trattamenti, cure ed esami a seguito delle procedure di contenimento, malattia possa prendere il sopravvento. A ciò si aggiunge la modificazione del rapporto con i propri curanti, con i familiari  e con la rete sociale; non più strette di mano, abbracci e saluti affettuosi…non più contatto umano. Tutti gli attori in causa (pazienti, familiari e sanitari)  si proteggono reciprocamente mantenendo le “distanze” per paura di essere portatori di contagio e ciò amplifica il profondo stato di solitudine di cui è già il paziente oncologico è portatore. Tale senso di fragilità elicita sentimenti di paura,  ansia, insonnia e depressione. Il Servizio di Psiconcologia dello IOM ha attivato al fine di  garantire una continuità di sostegno ai propri pazienti già in assistenza e ai loro familiari, ma anche a coloro che desiderano prendere contatto per la prima volta, una linea di Consulenze telefoniche, per rispondere attraverso un ascolto attivo ai bisogni emergenti del paziente e dei suoi familiari.

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