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Arte e Cultura

Stagione di Prosa 2023/24 del Diego Fabbri di Forlì, STORIA DI UNA CAPINERA di Giovanni Verga. Regia di Guglielmo Ferro

Con Enrico Guarneri e Nadia De Luca, affiancati da Emanuela Muni, Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino e Liborio Natali. Replica Domenica 11 Febbraio 2024, ore 16
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Per la Stagione di Prosa  2023/24 del Diego Fabbri di Forlì, a cura di Accademia Perduta/Romagna Teatri e Comune di Forlì, STORIA DI UNA CAPINERA di Giovanni Verga, diretto da Guglielmo Ferro, e nell’adattamento di Micaela Miano, con protagonisti  sono Enrico Guarneri, storico interprete del repertorio verghiano, e Nadia De Luca, affiancati da Emanuela Muni, Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino e Liborio Natali.

 La storia della povera Maria, raccontata attraverso le lettere scritte ad una compagna di convento (Marianna) come storia di una repressione: in questo Maria è la prima figura verghiana dei vinti, di coloro che non riescono a vivere nel mondo, in quel mondo di violenza e repressine e ne vengono annientati, come la capinera di cui parla Verga nella prefazione.  

 In questo, Storia di una Capinera, nato come spettacolo di successo, diventa poi una pubblicazione editoriale del copione integrale (col supporto della colonna sonora che si apre con  "Trascend", Puro Canto Gregoriano), dove la scansione epistolare e monologante di Maria con l’amica Marianna diventa azione scenica con i personaggi che prendono vita e si muovono all’interno della narrazione.
 Intorno alla protagonista Maria è la piccola capinera in gabbia.

Tema dominante nella rappresentazione teatrale di Guglielmo Ferro è la repressione del desiderio, che può essere letta come storia di una nevrosi: in questo, al tema del peccato si affianca quello della follia  nella quale si trasforma il desiderio represso.

Nello svolgersi dei due atti, nelle scene e con l'uso prezioso di ombre e luci, avvertiamo  un crescendo che nasce dall'atmosfera che la regia e la scenografia ci trasmettono, e di come Maria tenda sempre più a identificarsi con la figura che rappresenta la follia, Suor Agata, della quale finirà per prendere il posto.

L'opera ci offre anche un affresco della Sicilia borghese ottocentesca, ma anche un toccante esempio di scrittura introspettiva, di critica sociale, di partecipazione per il destino dei più deboli.
 “Storia di una capinera” vede due interpreti di grande peso, Enrico Guarneri e Nadia De Luca, affiancati da un gruppo di artisti di rilievo.

Commenta il regista:

 "Ecco perché l’ho intitolata Storia di una Capinera, così Giovanni Verga introduce il suo romanzo epistolare, una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i giorni, storia di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lagrime o di far sentire la sua preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto.

Storia di una capinera è la passionale narrazione della novizia Maria che il riadattamento di Micaela Miano, per la messinscena di Guglielmo Ferro, ne ricodifica la struttura drammaturgica del romanzo per fare emergere il rigido impianto culturale e umano delle famiglie dell’epoca.
Perché se Maria è vittima, non lo è dell’amore peccaminoso per Nino che fa vacillare la sua vocazione, ma lo è del vero peccatore ‘verghiano’ che è il padre Giuseppe Vizzini.

Giuseppe che, rimasto vedovo, manda in convento a soli sette anni la primogenita, condannandola all’infelicità. Un uomo che per amore, paura e rispetto delle convenzioni causa a Maria la morte del corpo e dello spirito.

È sul drammatico rapporto padre figlia, sui loro dubbi e tormenti che si mette in scena la storia della Capinera. La stanza del convento è il centro della scena, Maria non esce da quella prigione, e il padre Giuseppe ne è il carceriere. Entrambi dolorosamente vittime e carnefici.

Ogni evento che deflagra nella mente di Maria, ogni personaggio altro che scardina il viaggio del noviziato di Maria, sono gli elementi drammaturgici per sviscerare il dramma interiore di un padre che finisce per uccidere la figlia. È il racconto di legami infelici, di dinamiche familiari per noi oggi impossibili da immaginare ma che Verga racconta con l’inesorabilità di una condanna.

Micaela Miano e Guglielmo Ferro, con Progetto Teatrando, nel meraviglioso percorso teatrale attraverso i capolavori verghiani approdano all’atto finale, Storia di una Capinera, scegliendo la versione più violenta e disperata della scrittura di Giovanni Verga. Non c’è redenzione per Maria, non c’è redenzione per il padre Giuseppe, e nemmeno per noi. Perché la redenzione non appartiene alla Sicilia di Giovanni Verga". (Gugliemo Ferro)

Teatro Diego Fabbri, Forlì

 Replica Domenica 11 Febbraio 2024, ore 16

Teatro Abc – Associazione Progetto Teatrando

ENRICO GUARNERI

NADIA DE LUCA

Storia di una Capinera

di GIOVANNI VERGA
adattamento di Micaela Miano

con la partecipazione straordinaria di Emanuela Muni
e con Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci
Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino, Liborio Natali

scene Salvo Manciagli - musiche Massimiliano Pace - costumi Sartoria Pipi

Regia di GUGLIELMO FERRO.

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Giancarlo Garoia
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