Emergenza ‘peste suina’, Meritocrazia Italia: siano coinvolti i cacciatori autorizzati

Meritocrazia Italia propone il coinvolgimento dei cacciatori autorizzati alla venatoria selettiva dei cinghiali.
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

 La regione Lombardia, ma anche ampie zone del Piemonte e della Liguria, sono colpite dalla Peste Suina. 

La malattia si diffonde principalmente attraverso cinghiali infetti che, proliferando in modo incontrollato, trasportano il virus per boschi, sentieri, pascoli, strade e centri abitati, contaminando il suolo. Basta anche contaminare le gomme di un’auto o le suole delle scarpe per portare il virus all’interno degli allevamenti di maiali, con le note conseguenze disastrose. 

Non a caso, le norme di biosicurezza previste nel Piano nazionale prevedono che, quando il virus venga rilevato all’interno di un allevamento, tutti i maiali presenti debbano essere abbattuti e le relative carni non possono essere immesse nel mercato alimentare. Sono facilmente immaginabili le conseguenze economiche per gli allevatori e gli ingentissimi danni arrecati a tutta la filiera ed al made in Italy.

Si stima che i maiali abbattuti a causa della peste suina siano più di 40.000 solo in Lombardia, ed è notizia di questi giorni che i fondi per indennizzare gli allevatori siano già esauriti. 

Prima di coinvolgere l’esercito, come da più lati proposto, Meritocrazia Italia propone il coinvolgimento dei cacciatori autorizzati alla venatoria selettiva dei cinghiali. In tal modo, da un lato non sarà possibile non incidere sulla spesa pubblica della Regione, e, dall’altro, il compito verrà assolto da persone che hanno seguito un apposito percorso formativo e pertanto qualificate. I cacciatori hanno a disposizione cani addestrati per ricerca e recupero, operano in stretta collaborazione con le guardie venatorie ed erogherebbero tale servizio a proprie spese (munizioni, attrezzature, cani, assicurazioni, tasse e imposte). 

È importante agire subito per arginare la diffusione un’epidemia che sta mettendo in ginocchio la filiera agroalimentare.

La riduzione della popolazione di cinghiali, oltre a ridurre il rischio epidemiologico legato alla diffusione della peste suina, conterrebbe anche fenomeni come devastazioni di campi e incidenti stradali legali all’attraversamento ungulati e fornirebbe carne da destinare a laboratori locali che potrebbero realizzare prodotti selezionati e certificati.

Stop war.

Roma, lì 28 Novembre 2023                      

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriell

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