Live Music Fever, boom per il mercato della musica dal vivo spinto da Gen Z e Millennial (+54% entro il 2030): la tendenza cresce anche in Italia
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“La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo”: con queste parole Platone definiva la musica in quanto arte fondata sul valore, la funzionalità e la concatenazione dei suoni. Non si tratta però solo di note e spartiti, ma anche di creatività e, allo stesso tempo, di emozioni. Queste ultime, però, raggiungono il massimo del loro splendore nel momento in cui gli appassionati hanno modo di ascoltare, vivere e danzare il loro genere preferito, ovvero in occasione di eventi live, i quali, secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Wudstok, risultano sempre più in crescita, generando una vera e propria “Live Music Fever”. Le prime conferme in merito giungono da un recente approfondimento strutturato da Linkedin: entrando più nel dettaglio, si prevede che il mercato globale degli eventi di musica dal vivo, dopo aver raggiunto quota 11 miliardi di euro nel corso del 2022, supererà i 17 miliardi entro il 2030 (+54%) con una crescita media annuale composta (CAGR) del 5% nei prossimi 6 anni. Ulteriori spunti in merito giungono da Business Insider, secondo cui la febbre da musica live, nel corso dell’anno corrente, coinvolgerà maggiormente Gen Z e Millennial. Ma non è tutto perché la passione per la live music conquista anche i social: infatti, solo su Instagram si contano circa 46 milioni di contenuti pubblicati con l’hashtag #livemusic. Mentre su Tik Tok lo stesso tag vanta quasi 20 miliardi di view. E ancora, la musica dal vivo appassiona a tal punto da condizionare persino la scelta del locale in cui trascorrere la propria serata o un qualsiasi momento di convivialità insieme ad amici e famigliari. A questo proposito, ecco uno spunto offerto da Morning Advertiser: nel Regno Unito quasi 8 consumatori su 10 (78%) sono più propensi a visitare un pub o un bar se offre musica dal vivo. E in Italia? Stando a quanto indicato dalla FIPE, ovvero la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’87% dei consumer italiani apprezza la musica live.
Fanno seguito alle parole di Mossini ulteriori indicazioni da parte degli esperti di Wudstok in merito al presente e al futuro della live music. In primis, l’attenzione viene focalizzata proprio sulle digital platform e sulle tecnologie di ultima generazione che risulteranno fondamentali in ottica organizzazione e valutazione degli appuntamenti. Ma non solo, infatti, nel corso dell’anno corrente ci saranno sempre più eventi di nicchia: in questo modo sarà possibile coinvolgere target e tipologie di pubblico più specifici e mirati. E, per concludere, non poteva mancare un rimando alla sostenibilità: a questo proposito, così come buona parte dei settori operativi, anche l’industria della musica dal vivo sta abbracciando la cosiddetta “green attitude” con l’obiettivo di ridurre la propria impronta ecologica. Come? Grazie ai progressi messi a terra in ottica risparmio energetico grazie ad amplificatori ad alta efficienza energetica, illuminazione a LED e fonti di energia rinnovabile.
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