Il divieto della cannabis light mette a rischio migliaia di posti di lavoro

- La Camera dei Deputati ha approvato l'articolo 18 del ddl sicurezza, che vieta la cannabis light. La norma, introdotta durante l'esame in sede referente, modifica la disciplina relativa al sostegno e alla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. Tra le modifiche introdotte vi è il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati.

Il provvedimento ha suscitato forti critiche da parte di esponenti politici e rappresentanti del settore. Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha dichiarato che il governo Meloni sta mettendo fuori legge un asset produttivo del Paese, lasciando senza lavoro 30.000 persone. Bonelli ha sottolineato come il Tar del Lazio abbia stabilito che la cannabis light non è uno stupefacente, rendendo incomprensibile la decisione del governo.

Piero De Luca del Partito Democratico ha definito la norma demagogica, accusando il governo di utilizzare il pretesto del rigore sull'uso di sostanze stupefacenti per vietare la produzione e commercializzazione di prodotti utilizzati in numerosi settori industriali e agricoli. De Luca ha avvertito che migliaia di aziende italiane, che danno lavoro a tantissime persone, saranno distrutte da una norma incomprensibile.

Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico, ha parlato di una "tempesta perfetta" generata dal furore ideologico di Palazzo Chigi e di alcuni partiti di maggioranza. Mauri ha criticato l'emendamento del governo contro la canapa, definendolo una scelta scellerata che ucciderà un intero comparto imprenditoriale composto da migliaia di imprese e oltre 10.000 lavoratori.

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