Caso Sinner, il ricorso della WADA al TAS

- Il caso di Jannik Sinner, il talentuoso tennista altoatesino, ha subito un nuovo colpo di scena con il ricorso della WADA (World Anti-Doping Agency) al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS). Nonostante l'assoluzione da parte dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA), che aveva riconosciuto la contaminazione involontaria da Clostebol, la WADA ha deciso di impugnare la sentenza, chiedendo una sospensione che potrebbe variare da uno a due anni.

La vicenda ha avuto inizio quando Sinner, numero uno al mondo e vincitore di Australian Open e US Open, è risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante. L'indagine ha rivelato che la sostanza era stata assorbita accidentalmente attraverso le mani del fisioterapista, il quale utilizzava uno spray contenente Clostebol per curare una propria condizione medica. La ITIA, dopo un'attenta valutazione delle prove, ha assolto Sinner, riconoscendo la natura accidentale della contaminazione.

Tuttavia, la WADA, in un'azione senza precedenti nel mondo del tennis, ha deciso di ricorrere al TAS, sostenendo che la sentenza dell'ITIA non fosse sufficientemente rigorosa. L'avvocato di Sinner, Jamie Singer, ha espresso sorpresa per il ricorso, definendolo legittimo ma non necessario, e ha auspicato una rapida risoluzione della vicenda.

Il caso di Sinner ricorda quello di José Palomino, difensore dell'Atalanta, che nel 2022 fu assolto per una contaminazione simile da Clostebol. Anche in quel caso, la sostanza era stata assorbita accidentalmente, e il tribunale aveva riconosciuto l'assenza di dolo da parte dell'atleta.

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