Riforma del Concordato Preventivo Biennale: tra incertezze e opportunità

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è stato introdotto con il Decreto Legislativo 13/2024 come strumento per combattere l'evasione fiscale. Tuttavia, a pochi mesi dalla scadenza per decidere se aderire o meno, la disciplina applicabile al CPB è tutt'altro che definitiva.

Le regole stabilite a febbraio dal DLgs. 13/2024 subiranno modifiche a seguito di un DLgs. correttivo. La Commissione Finanze del Senato ha già espresso un parere favorevole su questo, ma ha posto alcune condizioni rilevanti. Queste modifiche continuano a creare un quadro confuso, con il legislatore che cerca di invitare il maggior numero possibile di contribuenti all'adesione.

Un aspetto importante del CPB riguarda i debiti contributivi. Non si può accedere al CPB se si hanno debiti contributivi di qualsiasi ente, anche privato, per un importo pari o superiore a 5.000 euro. Questa preclusione riguarda anche i debiti contributivi con le casse di previdenza private, non solo quelli esistenti nei confronti dell'Inps.

Il CPB è stato descritto come un "accordo di non belligeranza" tra fisco e contribuente. L'Agenzia delle Entrate calcola in modo preventivo la tassazione sui guadagni sulla base dei dati a sua disposizione, e il contribuente è tenuto ad accettarla. In cambio, il contribuente ha la certezza di non ricevere controlli e visite inaspettate.

Attualmente, manca ancora la metodologia di calcolo del reddito concordato per i contribuenti in regime forfetario. Questa dovrebbe essere pubblicata entro il prossimo 15 luglio, in contemporanea con l'aggiornamento del software di compilazione del modello REDDITI PF 2024. I redditi proposti a questi contribuenti verranno calcolati ed eventualmente accettati all'interno di una nuova sezione del quadro LM.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo