La crisi umanitaria a Gaza: un grido d'aiuto

Il giornalista palestinese Anas al-Shareef, corrispondente di Al Jazeera, ha recentemente evidenziato la grave carestia che affligge il nord di Gaza. In un video condiviso sui suoi canali social, al-Shareef ha descritto una situazione disperata in cui "nessuno riesce a mettere insieme un singolo pasto da giorni".

Mentre Israele continua a colpire il centro della Striscia di Gaza, la fuga dei palestinesi verso il confine egiziano non si ferma. Tra gli ultimi arrivati c'è un'attivista che ha perso sua nonna. Ha raccontato: “Quando mia nonna si è aggravata, non l’ho potuta portare in ospedale. Negli ultimi due giorni, prima che morisse, per alleviarle il dolore ho trovato solo 5 pillole per 30 dollari."

Nonostante le difficoltà, la popolazione civile palestinese cerca di resistere in condizioni definite dall'Oms “inimmaginabili”. Scene di resilienza quotidiana emergono da Gaza, in attesa di poter vivere davvero. A quattro mesi dal 7 ottobre, quando l’attacco di Hamas a Israele ha dato il via alla guerra e alla controffensiva dell’esercito nella Striscia – un territorio grande poco più di un quarto di Roma in cui vivono oltre 2 milioni di persone – la contabilità del conflitto continua: il numero dei morti, i feriti, gli attacchi, gli edifici rasi al suolo.

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