Autonomia differenziata, una nuova era per le regioni italiane

L'approvazione della legge sull'Autonomia regionale differenziata dal presidente della Repubblica ha segnato l'inizio di una nuova era per le regioni italiane. Questa legge ha spostato la battaglia di opposizione sul versante politico, richiedendo una mobilitazione popolare senza attenuare i toni.

La politica delle ideologie, che una volta dominava il panorama politico italiano, ha lasciato il posto a categorie generiche come populismo e sovranismo. Oggi, la politica della celluloide sta diventando sempre più prevalente. Questo cambiamento ha reso i programmi politici meno utili, poiché il consenso viene catturato indipendentemente da ciò che viene promesso.

La nuova politica, quella della celluloide, è diventata quella dei media e dei social. In questo contesto, anche le dichiarazioni più assurde possono far diventare qualcuno un personaggio influente, proprio come accade con gli influencer.

Dopo il Veneto, anche il Piemonte si sta muovendo verso l'autonomia differenziata. Nonostante le dichiarazioni di calma del ministro di Fratelli d'Italia Nello Musumeci, le regioni del Nord vogliono accelerare il processo. Il Veneto, guidato dal leghista Luca Zaia, ha già inviato una lettera al governo per chiedere più ampi margini di manovra su tredici materie, tra cui il commercio con l'estero, l'istruzione, la tutela dell'ambiente e della salute.

La lotta all'Autonomia differenziata rischia di insidiare quella contro il fascismo nel cuore della sinistra. Nonostante la riforma sia stata inserita nella Costituzione nel 2001 da un governo a guida Pd, l'opposizione è forte. La ragione politica sembra prevalere sulla ragione di Stato.

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