Alluvione in Romagna, tra ritardi e polemiche

22/09/2024 - La terza alluvione in Romagna in un anno e mezzo ha scatenato un acceso dibattito tra il governo e la Regione Emilia Romagna. Al centro delle polemiche ci sono i ritardi nell'impiego dei fondi europei, pari a 1,8 miliardi di euro, destinati alla prevenzione e alla gestione delle emergenze. Il proverbio romagnolo "I bajoc i’ fa andè l’acqua d’in sô" sembra descrivere perfettamente la situazione: i soldi fanno persino andare l’acqua verso l’alto.

Nel giorno dell'ennesima alluvione, i Verdi di Rimini hanno lanciato un appello per azioni concrete contro la cementificazione. Secondo loro, l'aumento degli eventi climatici estremi, come temporali, bombe d’acqua, esondazioni e frane, è una diretta conseguenza del cambiamento climatico. La Romagna, pur essendo una regione forte, non è immortale.

Un mezzo dei soccorsi è rimasto impantanato a Traversara, simbolo delle difficoltà incontrate durante le operazioni di emergenza. Gli esperti avevano avvertito a maggio 2023 che disastri del genere capitano una volta ogni 100, 200, 500 anni. Tuttavia, i dati scientifici indicano che i tempi di ritorno di eventi come quello del 16 maggio 2023 sono maggiori di circa 60 anni per i bacini meno gravosi e superiori a 500 anni per quelli più significativi.

A Ferrara, durante il Remtech Expo, gli esperti hanno sottolineato la mancanza di prevenzione dei pericoli naturali negli anni. La città estense è diventata un centro di innovazione ambientale, ospitando l'unico hub tecnologico internazionale dedicato alla rigenerazione e allo sviluppo sostenibile dei territori. Antonello Fiore, presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea Aps), ha spiegato che gran parte del territorio italiano è soggetto a fenomeni di dissesto geo-idrologico. Questi fenomeni, sempre più frequenti a causa della crisi climatica, provocano disastri naturali che coinvolgono la popolazione, interrompono i servizi e creano danni alle attività produttive.