Riforma fiscale in Italia: il concordato preventivo biennale e la flat tax

Il concordato preventivo biennale è al centro delle recenti modifiche normative in Italia. Questo meccanismo di accertamento fiscale, riservato agli autonomi, ha subito diverse modifiche, tra cui l'introduzione di una flat tax sul reddito incrementale concordato.

Il concordato preventivo biennale è un accordo tra il contribuente e l'Agenzia delle Entrate, che prevede un impegno a lungo termine. Il legislatore è impegnato nel tentativo di invitare quanti più contribuenti possibili all’adesione a questo accordo, nonostante le continue modifiche normative che rendono il quadro sempre più complesso.

Una delle modifiche più significative riguarda l'introduzione di una flat tax sul reddito incrementale concordato. Questa tassazione sostitutiva viene calcolata sulla differenza, se positiva, tra il reddito concordato e il corrispondente reddito del periodo precedente a quelli cui si riferisce la proposta. L'aliquota applicata varia in base al livello ISA del periodo di imposta precedente a quello del concordato: 10% se il livello ISA non è inferiore a 8, 12% se è tra 6 e 8 e del 15% se inferiore a 6.

Il Governo sta studiando una sorta di flat tax per i contribuenti che applicano il concordato preventivo biennale, calibrata in base agli indici di affidabilità fiscale. La richiesta, che arriva dai Commercialisti e dal mondo delle imprese, potrebbe rientrare nel decreto correttivo di riforma fiscale attualmente all’esame della commissione Finanze in Senato.

Per incentivare l'adesione al concordato biennale, il governo ha introdotto una nuova agevolazione tributaria. La commissione Bilancio del Senato ha approvato una correzione al concordato, che prevede una tassazione flat sul reddito incrementale concordato rispetto a quanto dichiarato l’anno precedente all’ingresso nel regime. Questa agevolazione è disponibile sulla piattaforma online dell’Agenzia delle Entrate dal 16 giugno scorso.

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