Disegno criminoso per sfuggire al fisco, i fratelli Elkann sotto accusa

- Il giudice per le indagini preliminari di Torino, Antonio Borretta, ha descritto i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann come individui con una spiccata propensione e capacità di sottrarre ingenti somme al fisco. I tre sono stati colpiti da un sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro, somma che corrisponde a quanto non sarebbe stato versato al fisco tra il 2015 e il 2019.

Le accuse mosse ai fratelli Elkann includono la falsificazione della firma della nonna, Marella Caracciolo, per simulare la sua residenza in Italia. Tra i documenti falsificati figura anche quello che prevedeva la cessione a John Elkann della villa situata al 256 di Strada San Vito Revigliasco, sulla collina torinese.

Nella massa ereditaria di 800 milioni di euro transitata da Marella Caracciolo ai fratelli Elkann, circa 50 milioni erano riconducibili ai gioielli di "lady Fiat". Orecchini, collane, bracciali, anelli di oro, perle e diamanti sono stati spartiti tra i tre nipoti prediletti dopo la morte della nonna, avvenuta il 23 febbraio 2019. Su questi beni non sono state pagate le imposte di successione.

Gli sviluppi investigativi dei finanzieri del nucleo di polizia economica finanziaria di Torino hanno portato il giudice delle indagini preliminari del Tribunale subalpino, su richiesta della Procura guidata da Giovanni Bombardieri, a emettere un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per 74,8 milioni di euro. Oltre ai fratelli Elkann, sono indagati anche lo storico commercialista di famiglia, Gianluca Ferrero, e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen, per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato.

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