Mistero sulla morte di Alex Marangon, possibile coinvolgimento di un allucinogeno sciamanico

Alex Marangon, un giovane barista veneziano di 26 anni, è stato trovato morto il 2 luglio in un isolotto sul Piave. Le circostanze della sua morte sono avvolte nel mistero, ma emergono dettagli inquietanti che potrebbero gettare luce sulla tragica vicenda.

Le indagini preliminari suggeriscono che Alex potrebbe essere stato sotto l'effetto di allucinogeni al momento della sua scomparsa. In particolare, si sospetta che avesse assunto l'ayahuasca, una sostanza allucinogena utilizzata dagli sciamani del Sud America durante i loro rituali. Questa ipotesi è supportata dal fatto che Alex era stato visto partecipare a una festa sabato sera, durante la quale si sospetta fossero in corso riti sciamanici.

L'ayahuasca è un decotto psichedelico naturale ricavato da una liana, considerato una vera e propria droga secondo il ministero della Salute italiano. Nel 2022, l'ayahuasca è stata inserita nella lista delle sostanze stupefacenti o psicotrope, rendendo illegale il suo utilizzo in qualsiasi tipo di raduno o rito religioso in Italia.

Oltre all'uso sospetto di allucinogeni, sono emersi altri dettagli inquietanti sulla morte di Alex. Sul suo corpo è stata trovata una ferita al fianco, che potrebbe essere il segno di un morso di un animale selvatico. Il suo cadavere è stato ritrovato dodici chilometri più a valle dall'abbazia di Vidor, incagliato in un isolotto sul greto del Piave, a Ciano del Montello nel Comune di Crocetta.

Una testimonianza rilasciata a "Chi L'Ha Visto" da un ragazzo che avrebbe dovuto partecipare al rituale sulle pratiche sciamaniche al quale era presente Alex Marangon lo scorso weekend, ha rivelato ulteriori dettagli. Il testimone ha descritto l'ayahuasca come "qualcosa di miracoloso, ma molto potente" e ha sottolineato la necessità di un ambiente fortemente sorvegliato durante il suo utilizzo.

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