Il ricorso della WADA contro Jannik Sinner

- La recente decisione della WADA di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna contro l'assoluzione di Jannik Sinner, il numero uno del tennis mondiale, ha suscitato sorpresa e indignazione. La vicenda, che sembrava essersi conclusa con il verdetto dell'ITIA, l'organismo antidoping indipendente della federazione internazionale di tennis, è stata riaperta dopo quasi due mesi di studio delle carte da parte dell'agenzia mondiale antidoping.

La WADA ha ritenuto che l'assoluzione di Sinner, relativa a due positività al clostebol, una sostanza dopante, non fosse corretta. Questo ricorso, definito da molti come un atto politico, ha gettato un'ombra sulla carriera del giovane tennista italiano, che si era difeso sostenendo che i dosaggi millesimali della sostanza, applicati sulla pelle tramite una pomata, non potevano essere considerati doping.

Il caso ha trovato ampio spazio sulle prime pagine dei quotidiani sportivi e generalisti italiani, con titoli che vanno da "Forza Sinner" a "Ma siete seri?". La notizia ha colto di sorpresa non solo il diretto interessato, ma anche tutto il mondo del tennis, che pensava di aver archiviato la questione con la sentenza di assoluzione dello scorso fine agosto.

Tra i pochi a diffidare di Sinner c'è stato Nick Kyrgios, uno dei giocatori più controversi del circuito, che ha reclamato penalizzazioni e squalifiche per il tennista italiano. Alcuni hanno ipotizzato che la sua posizione fosse influenzata da motivi personali, legati alla relazione tra Sinner e Anna Kalinskaya, ex fidanzata di Kyrgios.

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