La Cina chiamata a mediare per la pace in Russia: le parole di Tajani

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha recentemente tenuto una conferenza stampa alla Farnesina, durante la quale ha rivolto un appello alla Cina. Tajani ha chiesto al gigante asiatico di non sostenere militarmente la Russia, ma piuttosto di convincerla a tornare a più miti consigli, abbandonare i territori illegalmente occupati e sedersi ad un tavolo di pace con Zelensky.

Nell'escalation verbale di queste ore tra la Nato e la Cina, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha usato una frase rivelatrice della dinamica in corso e, forse, anche delle difficoltà che ci aspettano nei prossimi anni. Ha detto che le diversità di sistema politico e di valori non dovrebbero diventare un motivo per incitare a una sfida con il suo Paese.

I leader dei 32 Paesi dell’Alleanza atlantica hanno messo per la prima volta Xi Jinping e il suo apparato militar-industriale direttamente sotto accusa per il sostengo decisivo alla Russia nella guerra d’invasione in Ucraina. Nel suo testamento alla Nato, il segretario uscente Jens Stoltenberg sembra invitare l'Alleanza a impegnarsi nel contrastare l'ascesa di Pechino e la sua influenza. Tuttavia, non tutti ritengono intelligente entrare in mezzo a conflittualità che non dovrebbero interessare direttamente l'Europa e molti membri fondamentali della Nato.

La prima è il passaggio da Alleanza Atlantica ad alleanza globale, con il varo di una contrapposizione alla Cina mai prima espressa in termini così grintosi e persino minacciosi. La Cina viene definita nel comunicato finale un pericolo per la prosperità e la sicurezza dell’Occidente, e le si intima di abbandonare l’alleanza con la Russia. La Cina viene avvertita che non può facilitare la più grande guerra europea della storia recente senza che questo abbia un impatto negativo sui suoi interessi e sulla sua reputazione.

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