Aggressioni in corsia, nuove misure per proteggere il personale sanitario

- Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per contrastare la crescente violenza nei confronti del personale medico e sanitario. Questo provvedimento, difeso con fermezza dal ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza stampa post-Consiglio, mira a punire con maggiore severità le aggressioni contro i professionisti della sanità, un fenomeno in preoccupante aumento, come dimostrano le immagini del pronto soccorso di Foggia che hanno suscitato grande indignazione nell'opinione pubblica.

Secondo i dati forniti dalla Fp Cgil, nel 2023 sono state registrate 16.000 aggressioni fisiche e verbali che hanno coinvolto 18.000 lavoratori e lavoratrici, in prevalenza donne. La Fp Cgil sottolinea la necessità di un'organizzazione del lavoro che si concentri sul paziente piuttosto che sulla prestazione, proponendo la creazione di un registro dei mancati infortuni e l'adozione di disciplinari di accreditamento per le strutture pubbliche e private. Questi disciplinari dovrebbero prevedere un monitoraggio costante degli episodi di violenza e degli eventi sentinella, oltre alla verifica delle azioni intraprese dalle aziende per prevenire tali episodi.

Il decreto legge prevede l'estensione dell'arresto in flagranza differita anche alle violenze commesse contro i professionisti sanitari, accertate attraverso strumenti che consentano di identificare l'aggressore. Le pene per gli aggressori possono arrivare fino a cinque anni di carcere, con sanzioni pecuniarie fino a 10.000 euro. Inoltre, il decreto introduce nuove misure di rafforzamento delle sanzioni, come il riconoscimento dell'infortunio in caso di assenza dal lavoro conseguente ad aggressione e l'indennizzo specifico e automatico al personale che subisce un'aggressione.

Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, ha espresso il suo sostegno a queste nuove misure, dichiarando che nella regione non c'è spazio per chi insulta o aggredisce medici e infermieri, i quali, con grande spirito di sacrificio, dedicano la propria vita al servizio degli altri. Nel 2023, infatti, sono stati 1.219 i lavoratori del Lazio che hanno denunciato un'aggressione, con il 65% di essi costituito da donne e il 57% da personale infermieristico.

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