Eredità Agnelli, i trust fittizi e i doni falsi degli Elkann

- Due trust fittizi alle Bahamas, donazioni false di gioielli e preziosi per 170 milioni di euro, una strategia architettata per "rendere più pingue" il già cospicuo patrimonio di Marella Caracciolo e sfuggire alle maglie del fisco italiano e alle pretese della figlia, Margherita. Questo emerge dalle cento pagine del decreto del gip Antonio Borretta del tribunale di Torino, che ha disposto il maxi-sequestro di 74,8 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli.

Secondo l’accusa, John, Lapo e Ginevra Elkann si sono spartiti un enorme patrimonio per non farlo figurare nell’eredità della nonna. Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, avrebbe donato opere d’arte e gioielli per 170 milioni di euro ai suoi nipoti. Tuttavia, per la Procura e per il giudice Borretta, questi erano regali falsi. Le indagini della Procura di Torino, guidate dal pool di Marco Gianoglio, hanno rivelato che il libro “Ho coltivato il mio giardino”, scritto da Marella Caracciolo e dalla nipote Marella Chia, era stato modificato per simulare la residenza della vedova Agnelli in Svizzera.

Tra i beni nascosti dall’eredità della nonna, figurano quadri di grande valore come "La Tour Eiffel" di Robert Delaunay, "Batman" di Andy Warhol, "Cardinal Numbers" di Robert Indiana e "Glacons, effet blanc" di Claude Monet. Questi quadri, insieme ad altri beni, sono stati sequestrati nelle case di John Elkann, presidente di Stellantis, e dei suoi fratelli Lapo e Ginevra.

L’ordinanza di sequestro firmata dal giudice Borretta è stata eseguita la settimana scorsa. Le indagini continuano per fare luce su tutti gli aspetti di questa complessa vicenda che coinvolge una delle famiglie più influenti d’Italia.

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