L'Unione europea mette in guardia la Georgia: rischio adesione per la controversa 'legge russa'

L'Unione europea ha recentemente messo in guardia la Georgia riguardo la sua controversa legge sugli "agenti stranieri", che è vista come un ostacolo per le ambizioni del Paese di entrare nel blocco.

Questa legge, simile a quelle usate nella Russia di Vladimir Putin per reprimere il dissenso, ha scatenato enormi proteste di piazza.

Martedì 14 maggio, decine di persone hanno partecipato a un presidio in piazza Cordusio a Milano, per manifestare solidarietà al popolo georgiano.

Questo evento è avvenuto in anticipo di tre giorni rispetto all'approvazione da parte del parlamento della Georgia della cosiddetta "legge russa", un provvedimento legislativo per controllare mass media e Ong.

Tra i partecipanti c'erano membri della comunità georgiana milanese, ucraini e russi della "comunità dei russi liberi", tra cui Maria Mikaelyan, candidata al Parlamento europeo nella lista Stati Uniti d'Europa.

Le prossime settimane in Georgia saranno delicate, simili a quelle vissute in Ucraina nel 2013, quando era in discussione la firma dell'Accordo di associazione con l'Unione Europea.

I manifestanti che protestano contro il provvedimento 'russo' approvato dal Parlamento a Tbilisi hanno due motivazioni principali: difendere le libertà civili e un futuro europeo. Allo stesso modo, chi propone la legge ha due obiettivi: reprimere la società civile e allontanare la Georgia dall'Ue.

La situazione in Georgia rimane tesa e incerta.

L'adesione all'Unione europea, così come i fondi europei, potrebbero essere a rischio se la Georgia non ritira la sua controversa legge.

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