Autodifesa, contrattacco e molti tentennamenti. È stata una lunga arringa quella del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, audito in commissione parlamentare Antimafia, dopo un lungo tira e molla sulle date dell'audizione. A San Macuto il governatore dem, reduce da una mozione di sfiducia, è chiamato a chiarire presunti
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- Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, ha recentemente sollecitato la Commissione Antimafia a fornirgli tutela. Durante la sua audizione, ha espressamente richiesto di comunicare all'Italia intera che non è oggetto di alcuna indagine.
La richiesta di Emiliano è stata considerata insolita. In risposta, Fratelli d'Italia ha espresso perplessità, sottolineando l'incomprensibilità del comportamento del presidente Emiliano. Dopo un'audizione faticosa, Emiliano ha lanciato accuse nei confronti dell'onorevole Donzelli e dei parlamentari pugliesi di Fratelli d’Italia, per poi chiedere 'tutela'.
Emiliano ha ribadito che né lui né l'amministrazione da lui guidata sono coinvolti in alcuna delle indagini in corso. Ha ringraziato la presidente e la Commissione per averlo ascoltato per tanto tempo, sottolineando che aveva sempre desiderato essere ascoltato, ma che voleva prima risolvere un problema in Regione superando la sfiducia.
Il governatore pugliese è stato sentito a lungo dai membri della Commissione Antimafia, a seguito delle sue parole sull’incontro tra lui e il sindaco di Bari Decaro con la sorella di un boss del capoluogo. Nonostante le polemiche, Emiliano ha difeso la sua posizione, sostenendo che la sua amministrazione non è coinvolta nelle indagini.
