La proboscide artificiale sarà rivestita da una pelle, anch’essa artificiale, la cui struttura si ispirerà a quella rugosa degli elefanti: sensibile ma resistente alle alte temperature e alla polvere. La versatilità di questo organo e la sua eccezionale agilità lo rendono unico: grazie alla proboscide gli elefanti possono afferrare oggetti, respirare, mangiare, bere e comunicare con i loro simili.
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La proboscide sarà esaminata con tecniche di microscopia episcopica ad alta risoluzione e la sua struttura sarà ricostruita per la prima volta in dettaglio in 3D. La natura è sempre stata campo di osservazione per giungere a nuove realizzazioni dell'uomo. Niente di strano che anche il naso prensile dell'elefante lo sia stato. Forte, agile, sensibile e versatile: la proboscide dei pachidermi diventa fonte di ispirazione per una nuova generazione di robot manipolatori, con sensori e…
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La proboscide robotica sarà poi ricoperta da una pelle artificiale ispirata alla pelle rugosa dell'elefante, sensibile e resistente a condizioni ostili quali alte temperature e polvere. I ricercatori studieranno l'anatomia di una proboscide particolare per versatilità, agilità, forza e sensibilità: si tratta di quella dell'elefante africano di savana di cui un esemplare è conservato all'Università di Ginevra
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Il ruolo della Scuola Sant'Anna. PISA — I ricercatori di 'Proboscis', un progetto finanziato con 3,5 milioni di euro dalla Commissione europea e coordinato dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, in collaborazione con l'Università di Ginevra,l'Università di Gerusalemme, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e l'azienda britannica Photocentric, studieranno la proboscide di un elefante della savana africana, ricostruendola nel dettaglio in 3D, per usarla come modello di creazione di nuove generazioni di robot…
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Immagine infografica (Michel Milinkovitch). Lo studio del “loxodonta africano”. I ricercatori studieranno l'anatomia di una proboscide particolare, ovvero quella dell'elefante africano di savana (denominato in gergo scientifico “loxodonta africano”). Non solo perché la proboscide robotica verrà ricoperta da una sorta di pelle artificiale, che intende simulare la pelle rugosa dell'elefante, particolarmente sensibile e resistente a condizioni difficoltose, come le alte temperature.
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L'estremità sarà ricca di sensori per garantire un'interazione fine con oggetti piccoli e delicati. I ricercatori studieranno l'anatomia di una proboscide particolare, quella dell'elefante africano di savana (Loxodonta africana), di cui un esemplare è conservato all'Università di Ginevra. La proboscide sarà esaminata con tecniche di microscopia episcopica ad alta risoluzione e la sua struttura sarà ricostruita per la prima volta in dettaglio in 3D.
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